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lunedì, Giugno 17, 2024
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Maradona Junior a Verissimo: «Mio padre è stato ucciso, lotterò per avere giustizia»

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A poco più di tre anni dalla scomparsa di Diego Armando Maradona, è stato ospite a Verissimo  Diego Armando Maradona Junior. 

L’intervista

Diego Armando Maradona Junior è stato protagonista di una lunga intervista nel salotto di Silvia Toffanin. «È un dolore grandissimo. Il senso di vuoto non andrà mai via. Ma l’affetto che tutto il mondo dimostra verso di lui allevia il dolore, o almeno in parte», ha detto l’ex calciatore e allenatore a Verissimo. «Provo a guardare le cose dal lato positivo. Ho fatto per tanto tempo una battaglia con mia madre e con tutta la famiglia per il riconoscimento della paternità, e alla fine ho avuto il privilegio di stargli vicino ed avere un rapporto normale tra padre e figlio. Sono stati quattro anni molto belli».

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Poi racconta del dispiacere per non avergli potuto presentare la figlia: «Il mio più grande rimpianto è che mio padre non abbia potuto conoscere mia figlia. È stato molto difficile da accettare. Provo molto dolore, non ho accettato fino in fondo la sua scomparsa. Non credo che lo accetterò mai. Non era il momento giusto. Non è stato giusto vederlo morire così, non è stato giusto non poter andare in Argentina. Io in quel momento ero ricoverato per il Covid. Mi è arrivato un messaggio da un mio amico spagnolo, ma io non avevo idea di nulla. Ho acceso la tv e ho visto che tutti ne stavano parlando. Poi mia moglie mi ha confermato la notizia».

Sulla morte del padre e sulla gestione del suo ricovero, Diego Armando Maradona Junior ha poi manifestato tutti i suoi dubbi: «C’è un’inchiesta aperta. Noi come figli abbiamo grande fiducia nella giustizia argentina. Io sono convinto che non doveva finire così. Ce lo hanno ammazzato. Chi è stato non è compito mio dirlo. Io ho una mia idea ma non lo posso dire. Lo hanno lasciato al suo destino quando si poteva fare qualcosa. Poco prima di morire, papà aveva subito un intervento alla testa. Un’operazione programmata da tempo, ma niente di grave. Dopo l’operazione stava bene, rideva e scherzava. Io ho fatto una promessa: fino all’ultimo giorno della mia vita lotterò per avere giustizia».

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