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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Marano. Area Pip, 5 ditte in lizza per la messa in sicurezza: lavori da 150mila euro

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Si conoscerà in queste ore l’esito della gara con l’aggiudicazione della ditta riguardante le opere urbane e messa in sicurezza dell’area a ridosso del Pip, il Piano di Insediamento Produttivo di via Migliaccio i cui capannoni vennero sequestrati a dicembre del 2016 dai carabinieri del Ros su disposizione della Dda di Napoli per irregolarità urbanistiche. Il complesso industriale, i cui lavori furono realizzati dalla Iniziative Industriali srl, società che venne creata appositamente per i lavori dopo l’affidamento dell’appalto alla Concessionaria Cesaro srl Costruzioni dei fratelli Aniello e Raffaele Cesaro poi arrestati, venne realizzato in barba alle norme in materia e per questo motivo si sono resi necessari lavori alla strada di accesso al Pip attraverso il rifacimento del sistema fognario, allacci idrici e del gas susseguenti al sequestro preventivo del posto.

La procedura di gara, portata avanti dall’Ufficio Lavori Pubblici del Comune diretto dall’ingegnere Pasquale Di Pace è quella rispondente alla procedura negoziata dopo che il precedente bando andò deserto. Sono 5 le ditte in lizza con l’importo per i lavori pari a 150.000 euro di fondi comunali. Da quando emersero le notizie giudiziarie in merito alla nascita del Piano di Insediamento Produttivo risalente a cavallo tra la fine degli anni ’90 e gli inizi degli anni 2000, per alcune aziende si profilò la chiusura mentre altre continuano la propria attività pur tra molte difficoltà. 

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L’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli coordinata procuratore aggiunto della Repubblica Giuseppe Borrelli e partita nel dicembre 2015 «ha acclarato – come specificato nella nota diffusa nei giorni scorsi dalla Procura di Napoli – che le opere di urbanizzazione, costruite a supporto del complesso industriale, realizzate con project financing (costo complessivo 4 milioni di euro attinti da fondi comunali ndr.), non sono state mai collaudate ed i relativi certificati e le relazioni tecniche sono state falsificate. Inoltre, essendo state realizzate non rispettando le indicazioni progettuali, gran parte delle predette opere non sono state neppure collaudabili».

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