Dal monitoraggio sono esclusi circa 60 chilometri di litorale vietati in maniera permanente perché ospitano foci di fiumi e canali, porti, aree militari e aree protette. I controlli di routine condotti da Arpac toccano almeno una volta al mese tutte le acque di balneazione incluse nel monitoraggio. A questi si aggiungono controlli nei cosiddetti «punti di studio», controlli supplementari in caso di superamenti dei valori limite per i parametri microbiologici, e controlli di emergenza in caso di anomalie dell’ambiente marino-costiero (ad esempio quelle determinate da mucillagini, fioriture algali, meduse, rifiuti in sospensione).
In totale, i laboratori Arpac hanno prodotto, nel corso del 2018, circa 5200 determinazioni analitiche per i soli parametri microbiologici che determinano la balneabilità. Spetta ai sindaci adottare ed eventualmente revocare i divieti di balneazione, di norma sulla base dei dati forniti dall’Agenzia. «Questo sistema di controlli – commenta il commissario dell’Arpac Campania – del tutto conforme alla normativa vigente, di derivazione comunitaria, rende la nostra regione un esempio positivo di monitoraggio e valorizzazione dell’ambiente marino-costiero. I controlli sono ormai una realtà consolidata da molti anni, ora la priorità è informare in maniera efficace cittadini e turisti sempre più attenti alla salubrità delle risorse marine».