La guerra di camorra per la conquista criminale del centro storico di Napoli venne combattuta dai clan a colpi di omicidi, ma in quella contesa camorristica cadde anche una vittima innocente: Luigi Galletta. Da una parte c’era il gruppo Sibillo che rientrava nella sfera d’influenza dei Licciardi, famiglia componente dell’Alleanza di Secondigliano, mentre dall’altra parte c’erano i Buonerba che potevano contare sull’appoggio del clan Mazzarella.
LA FIGURA DI CIRO CONTINI
Secondo il gip del Tribunale di Napoli, Ciro Contini organizzò il delitto del giovane meccanico che non aveva alcun legame con la camorra. In merito, va ricordato che per questo omicidio è stato già condannato l’esecutore materiale Antonio Napoletano, minorenne all’epoca del fatto. Il giovane boss detto ‘o Nirone reagì così all’omicidio dell’affiliato Salvatore D’Alpino, avvenuto il 30 luglio 2015 e che venne attribuito ai nemici. Il giovane innocente è stato ucciso perché era cugino di Luigi Criscuolo, appartenente al gruppo antagonista. Inoltre la paranza dei bambini voleva avere il predominio sulle zona di Forcella-Maddalena, via dei Tribunali, della zona di San Gaetano e dei Decumani.
IL PASSAGGIO DI POTERE
Pasquale Orefice è stato affiliato al clan Contini ed amico di vecchia data del nipote di Eduardo, dopodiché decise di collaborare con la giustizia. Il passaggio di potere all’interno della paranza dei bambini è stato ricostruito dal pentito in un verbale del 27 settembre 2018: “Anche prima della morte di Emanuele Sibillo, Ciro Contini faceva parte del gruppo di fuoco con loro. Quando morì Emanuele Sibillo e il fratello Pasquale Sibillo era latitante, le redini del clan passarono a lui. Al punto che mi chiedeva consigli su come operare con gli affiliati. Ad esempio per la imposizione delle buste ai commercianti e dei cartoni per le pizze gli spiegai che era meglio non coinvolgere affiliati che potevano ricondurre a lui, ma ragazzi estranei alla malavita“.
LE RAGIONI CRIMINALI DELL’OMICIDIO GALLETTA
L’ordinanza cautelare in questione cristallizza, in particolare, le dinamiche associative che hanno condotto, dapprima, alla violenta aggressione del giovane Galletta e, dopo appena tre giorni, al suo omicidio, avvenuto il 31 luglio 2015, all’interno dell’officina meccanica dove svolgeva l’attività lavorativa. Infatti, secondo la ricostruzione del G.I.P., operata soprattutto attraverso l’esame delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e delle risultanze di natura intercettiva, l’agguato ai danni di Galletta è da collocarsi nel contesto del conflitto in atto tra i due clan.
Alla luce di tali evidenze probatorie, infatti, è stato acclarato che ad originare l’efferato delitto, commesso da esponenti del clan Sibillo, è stato il semplice rifiuto della vittima, motivato dalla sua totale estraneità al contesto camorristico, di fornire elementi utili al rintraccio del cugino, Criscuolo, schieratosi con il gruppo antagonista dei Buonerba-Mazzarella.