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venerdì, Marzo 29, 2024
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Nei 6 verbali di Imperiale, Carbone e Mauriello le prime rivelazioni sul narcotraffico mondiale: erano i broker della camorra

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Il narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale ha avviato un percorso di collaborazione con la Giustizia. Oggi, nel corso di una udienza davanti al Tribunale del Riesame (decima sezione, collegio B), al quale hanno fatto ricorso 10 dei 28 destinatari delle misure cautelari emessi nei confronti di presunti appartenenti all’organizzazione facente capo proprio a Imperiale, la Procura di Napoli (sostituti procuratori De Marco, Caputo e Giugliano) ha depositato sei verbali, quattro contenenti rivelazioni di Imperiale, uno quelle del suo socio Bruno Carbone.

Stamattina davanti al Riesame si discuteva il ricorso presentato da dieci dei 28 destinatari di misure cautelari eseguite lo scorso 16 novembre nell’ambito di un’inchiesta sul traffico internazionale di droga. I pm Maurizio De Marco, Giuliano Caputo e Lucio Giugliano hanno depositato quattro verbali di Imperiale, un interrogatorio di Carbone e uno del coindagato Raffaele Mauriello.

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Imperiale e Carbone sono esponenti di primo piano del clan camorristico Amato — Pagano, noto anche come clan degli scissionisti, attivo nella zona a Nord di Napoli e in prima linea nel traffico internazionale di stupefacenti con contatti e alleanze sia in Sud America sia in Olanda. La decisione dei due di collaborare con i magistrati potrebbe fornire alla Procura notizie di grande interesse, anche a proposito dei 100 milioni di chat intercettate dagli esperti informatici di Europol, buona parte delle quali sarebbero state scambiate proprio da loro.

I quadri che Imperiale nascondeva a Castellammare sono «La spiaggia di Scheveningen prima di una tempesta», dipinto da Van Gogh nel 1882, e «Una congregazione lascia la chiesa riformata di Nuenen», realizzato tra il 1884 ed il 1885. Entrambi furono rubati nel 2002 perché di piccole dimensioni e dunque facilmente trasportabili; in quel periodo, come accadeva spesso, Imperiale si trovava in Olanda e li acquistò «perché appassionato di arte». I dipinti furono poi ritrovati dalla Guardia di Finanza nel 2016, avvolti in pezzi di stoffa, e successivamente restituiti all’Olanda.

 

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