Seconda faida di Scampia, i boss di Gomorra vedono ridimensionate le loro posizioni in appello per una lunga serie di omicidi avvenuti tra il 2007 e il 2008. Tra questi il risultato di maggior rilievo emerso dalla Corte d’Assise d’appello di Napoli è il carcere a vita del primo grado cancellato per Salvatore Petriccione, boss e fondatore della Vanella Grassi che, nonostante rispondesse di tre omicidi (Luigi Magnetti, Salvatore Ferrara e Carmine Fusco) si è visto riconoscere le attenuanti generiche rimediando trent’anni: decisive le argomentazioni dei suoi legali, gli avvocati Leopoldo Perone e Domenico Dello Iacono. Salvatore Ferrara e Luigi Magnetti, affiliati rispettivamente ai clan Di Lauro e della Vanella Grassi furono uccisi il 25 settembre del 2007; Carmine Fusco, affiliato al clan Di Lauro fu invece ucciso il 9 febbraio del 2008.
Omicidio De Lucia
Per l’omicidio di Lucio De Lucia, ras dei Di Lauro e padre di Ugo, nonostante l’iniziale richiesta di ergastolo e le accuse di ben sei collaboratori di giustizia Rito Calzone era stato assolto in relazione all’omicidio di Ugo De Lucia e condannato a 20 anni per l’omicidio di Giuseppe Pica: in appello invece per l’ex ras degli scissionisti sono stati decretati 20 anni di reclusione per l’omicidio De Lucia. In pratica grazie alla linea difensiva dei suoi legali, gli avvocati Luigi Senese e Lucia Boscaino, gli è stata riconosciuta la continuazione tra le due sentenze venendo così condannato complessivamente a 20 anni per tutti e due gli omicidi.
I gruppi Di Lauro e della Scissione
Vent’anni a testa invece sono stati stabiliti per il gruppo dei gioco dei Di Lauro e della ‘scissione’ ossia Luca Raiano, Nunzio Talotti, Raffaele Musolino e Renato Napoleone, quest’ultimo difeso dagli avvocati Domenico Dello Iacono e Claudio Davino. Ai tre sono state riconosciute le circostanze attenuanti generiche. Talotti e Musolino erano stati condannati in primo grado a trent’anni per l’omicidio di Luigi Giannino. Napoleone invece rispondeva dell’omicidio di Luigi Magnetti. Raiano, difeso dagli avvocati Gandolfo Geraci e Raffaele Chiummariello, era stato condannato anch’esso in primo grado all’ergastolo, carcere a vita cancellato anche per lui. Confermati invece i 30’anni del primo grado per Cesare e Carmine Pagano.
Le indagini, condotte dai carabinieri anche attraverso dettagliati riscontri a dichiarazioni di collaboratori di giustizia, avevano consentito di fare luce su otto omicidi della seconda faida di Scampia, avvenuti tra il 14 marzo 2007 e il 9 febbraio 2008. Ma pure di con fermare la riconducibilità della guerra alla decisione della Vanella Grassi di scindersi dai Di Lauro e confluire negli Amato-Pagano su istigazione dei vertici di questi ultimi.


