Due omicidi in poco più di 24 ore, a qualche chilometro di distanza e probabilmente collegati tra loro. Si era svegliata nella paura Afragola con l’assassinio di Antonio Vitale martedì mattina in località Carditello ed ha passato un’altra giornata da incubo ieri.
Se nel caso di Vitale i killer avevano agito alla luce del sole in strada, a Pasquale Buono hanno, invece scelto di assassinarlo fin dentro il negozio di intimo che gestiva al corso Italia di Afragola, nel cuore del rione Gescal.
Il 45enne è stato ucciso con sette colpi di pistola e quando gli operatori del 118 sono giunti sul posto non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso, nonostante i disperati tentativi di rianimarlo.
All’esterno dell’esercizio, in contemporanea con una volante della Polizia, è giunta la moglie di Buono, che è stata bloccata da alcuni conoscenti prima che potesse varcare la porta di ingresso.
La donna è stata avvisata dell’agguato ed è corsa in soccorso a suo marito con ancora un’asciugamano a coprire i capelli bagnati.
Le prime domande hanno precedute urla disperate. “Dove sta? Come sta? Ma è vivo”, ha gridato la donna prima di ricevere timidi segnali positivi dai presenti. Poi ancora: “Come è possibile? Come è possibile?, prima di ripetere più volte “voglio sapere chi è stato!!!”.
Gli agenti hanno dovuto faticare non poco per tenere a bada la folla di parenti ed amici che si sono radunati all’esterno del negozio di intimo mossi da rabbia e disperazione.
Secondo la prima ricostruzione Buono si sarebbe accorto della presenza di due persone in sella ad un T-Max e avrebbe cercato riparo nel negozio ma sarebbe stato raggiunto e freddato dai killer: letali i colpi ricevuti al torace e al collo.
Buono non aveva precedenti penali, anche se ambienti delle forze dell’ordine lo ritengono vicino al clan Moccia e proprio uno scontro interno allo storico clan di Afragola potrebbe essere il motivo dei due agguati mortali in queste terribili ore.