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giovedì, Aprile 25, 2024
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“Si prese la confidenza con la fidanzata di un affiliato”, il retroscena sull’omicidio Moliterno

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Spietati per conservare il potere criminale. Questo il modus operandi della camorra. Ma a volte gli esponenti della mala tendono a pulire con il sangue anche gli ‘sgarri’ di carattere strettamente personale. Nel corso degli anni abbiamo assistito a diversi omicidi o agguati commessi da camorristi non finalizzati dallo scopo di detenere una porzione di territorio o gestire un importante business, ma commessi solo per vendetta personale, come ad esempio dopo la scoperta di un tradimento. In questi casi tendono a rispettare un distorto di codice d’onore che applicano con efferata violenza e proprio l’omicidio di Giuseppe Moliterno risponderebbe a questa logica.

Infatti, uno dei gestori della piazza di spaccio nel rione 219 venne brutalmente ammazzato in via Cupa Cardone nel Rione Monterosa. Il filatore sarebbe stato Carmine Pagano mentre gli esecutori materiali sarebbero stati Enzo Notturno e Raffaele Amato Junior. Infatti tutti sono stati indagati per questo cruento episodio di epurazione interna al clan melitese avvenuto il 19 dicembre del 2007.

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Moliterno sarebbe stato attirato in una trappola nella zona dei Sette Palazzi, lì sarebbe stato fatto salire in sella ad una Honda Sh. Sul posto del passeggero ci sarebbe stato Notturno, detto ‘o vettore, che avrebbe sparato alla nuca, successivamente anche il nipote di Lello Amato avrebbe esploso diversi colpi contro la vittima.

LA BRUTALE REGOLA DEI CLAN

Il gip del Tribunale di Napoli ha ricostruito alcuni dettagli relativi all’omicidio nell’ordinanza emessa contro gli scissionisti melitesi. Dunque sono tre i collaboratori di giustizia che hanno rilevato dettagli del possibile movente della morte di Moliterno in diversi verbali, conoscenza che sarebbe frutto del loro storico ruolo all’interno del clan Amato-Pagano.  Moliterno, per quanto ne sapevo, si era preso la confidenza con la fidanzata di un nostro affiliato“, ha riferito ai magistrati Antonio Caiazza.

Giuseppe Moliterno è morto perché frequentava la ex fidanzata di … anzi era stato anche avvisato di non frequentarla: si trattava di una bellissima ragazza ed invero anch’io l’avevo avvicinata ma, avvisato, l’avevo lasciata stare”, racconta Carmine Esposito, fedelissimo di Amato jr.

L’ex colonello Carmine Cerrato ha raccontato anche il ruolo della vittima all’interno del clan: “Era un nostro affiliato del sottogruppo di Melito, aveva commesso lo sbaglio d’intrattenere una relazione adulterina con la compagna di e per tale motivo doveva essere ucciso“.

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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