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sabato, Maggio 4, 2024
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Retroscena di camorra, il pentito fa luce su un omicidio ‘eccellente’

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Nella mattinata, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata hanno eseguito un’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere – emessa dalla 5° Sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia per il tramite della Procura Generale – nei confronti di Pasquale Rapicano – attualmente detenuto per reati in materia di armi, ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio premeditato ed aggravato dalle finalità mafiose di Pietro Scelzo, commesso a Castellammare di Stabia il 18 novembre del 2006.

La richiesta della misura restrittiva è stata avanzata dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Napoli, con riferimento alla sentenza con la quale la Corte di Assise di Appello di Napoli, in data 28 novembre 2019, aveva condannato Pasquale Rapicano alla pena dell’ergastolo con isolamento diurno per la durata di mesi sei. Rapicano, tratto in arresto in esito all’ordinanza di custodia cautelare nr. 1601/07 R.G. Gip. emessa il 14 gennaio del 2007 dalla XXIV Sez. GIP Napoli su richiesta dalle locale D.D.A. ed eseguita 3 giorni dopo dal personale del Commissariato della Polizia di Stato di Castellammare di Stabia, era stato condannato all’ergastolo – in primo grado – in data 12/06/2009 dalla Corte D’Assise, per poi essere assolto con sentenza della Corte di Assise di Appello del 7 aprile del 2011.

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L’odierno provvedimento trae spunto da una lunga istruttoria dibattimentale e dalle recenti dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia che hanno consentito di acclarare l’esatta dinamica dell’efferato delitto commesso dal Rapicano in concorso con Vincenzo Guerriero alias “Enzuccio o’cane”, quest’ultimo poi suicidatosi nel Carcere di Benevento nell’anno 2017.
È stato grazie alle recenti dichiarazioni del collaboratore Renato Cavaliere che è stato possibile inquadrare l’uccisione di Pietro Scelzo – avvenuta alle 20:40 del 18 novembre 2006 in Vico Pace di Castellammare di Stabia – nel contesto del crimine organizzato ed in particolare nell’ambito della faida tra i due contrapposti clan D’Alessandro ed Omobono-Scarpa, conseguita all’avvenuta scissione nel 2004 di quest’ultimo gruppo dal clan di appartenenza facente appunto capo ai D’ALESSANDRO.
L’omicidio di Pietro Scelzo alias “o’nasone”, avvenuto proprio nel Centro Storico di Castellammare, si collocava in una fase estremamente violenta, caratterizzata da numerosi eccellenti delitti tra cui quelli di Giuseppe Verdoliva e Antonio Martone, affiliati al clan D’Alessandro.

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