L’indagine sull’assassinio di Ciro Rapuano, 59 anni, custode notturno di Forcella ucciso nella notte del 4 settembre con oltre cinquanta coltellate, registra un nuovo sviluppo. A colpire l’uomo, all’interno della casa di via Sant’Arcangelo a Baiano, è stata la moglie Lucia Salemme, 58 anni, che ha confessato il delitto ed è ora detenuta nel carcere di Secondigliano con l’accusa di omicidio aggravato.
Nella giornata di ieri, la figlia della vittima, Valentina Rapuano, ha compiuto un passo formale e simbolicamente importante: accompagnata dal suo legale, l’avvocato Andrea Ladogana, si è recata in Procura a Napoli per costituirsi persona offesa nel procedimento penale. Una decisione che assume rilievo anche sul piano familiare, dopo le polemiche seguite al delitto. Nei giorni successivi all’omicidio, infatti, la sorella della vittima, Rosaria Rapuano, aveva diffuso sui social commenti e insinuazioni sul comportamento della nipote, alimentando tensioni interne. Con la sua mossa, Valentina sembra voler affermare con chiarezza la propria posizione e fugare qualsiasi sospetto.
L’autopsia
Questo pomeriggio, alle 15, la Procura di Napoli conferirà l’incarico ai consulenti tecnici che seguiranno l’esame autoptico. Il procedimento è coordinato dal pubblico ministero Giuliana Giuliano, della IV sezione “Fasce deboli”, sotto la supervisione del procuratore aggiunto Raffaello Falcone.
Saranno coinvolti tre specialisti – un medico legale, un anatomopatologo e un tossicologo – con il compito di accertare con precisione le cause della morte e individuare eventuali elementi utili alla ricostruzione dei fatti. L’autopsia dovrebbe essere avviata già nelle prossime ore e rappresenta uno snodo fondamentale per l’inchiesta condotta dalla Squadra Mobile e dalla Procura partenopea.
Il profilo dell’imputata
Lucia Salemme, difesa dall’avvocato Riccardo Marco Pinto, avrebbe agito in seguito a una lite degenerata improvvisamente in violenza. Gli inquirenti, tuttavia, intendono verificare se il delitto sia maturato in un contesto più ampio di conflittualità o violenza domestica, così da chiarire il quadro familiare che ha preceduto l’omicidio.