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venerdì, Aprile 19, 2024
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Omicidio Vannini, la rivelazione a “Le Iene”: “A sparare fu Federico Ciontoli”

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Una testimonianza che potrebbe cambiare le carte in tavola. Giulio Golia, ha definito la testimonianza di Davide Vannicola, amico dell’ex comandante dei carabinieri di Ladispoli, Roberto Izzo, una “chiave di volta” per ricostruire quello che è successo quella drammatica sera di 4 anni fa in cui Marco Vannini perse la vita. Il servizio andato in onda ieri sera nella trasmissione “Le Iene” ha raccolto la testimonianza choc di un artigiano, amico del comandante che si sarebbe confidato con lui tra le lacrime. Al centro dell’intero servizio c’è una telefonata fatta da Antonio Ciontoli, imputato e condannato a cinque anni per l’omicidio del fidanzato della figlia, avvenuta prima della chiamata al 118.

“Un giorno Izzo mi viene a trovare in negozio e mi dice: ‘Amico mio, forse ho fatto una cazzata, che forse a livello di coscienza non si può recuperare perché è morto un ragazzo. E’ una cosa che mi porterò dentro tutta la vita’”, queste le rivelazioni di Vannicola. Poi l’ex comandante gli avrebbe chiesto: “Hai sentito parlare del caso Vannini?”, e gli avrebbe confidato questo dettaglio clamoroso, come racconta Vannicola: “Ciontoli aveva chiamato Izzo dicendo ‘Hanno fatto un guaio grosso, mi devi aiutare, c’è il ragazzo di mia figlia ferito nella vasca’”. “Hanno fatto?”, “Sì, gli aveva detto così”, conferma Vannicola a Golia. Racconta ancora Davide Vannicola: “L’ex comandante dei carabinieri di Ladispoli, Roberto Izzo, sapeva che a sparare a Marco Vannini era stato il figlio di Antonio Ciontoli, Federico. E fu lui a suggerire al padre di prendersi la colpa”. QUI IL SERVIZIO COMPLETO 

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La chiamata di Antonio Ciontoli a Roberto Izzo sarebbe partita prima ancora di aver chiamato l’ambulanza. Per questo l’ex comandante dei carabinieri avrebbe confidato a Vannicola di avere problemi di coscienza. “La telefonata – spiegano Le Iene – non risulta agli atti, mentre risulta quella di Ciontoli all’ex comandante partita all’1.18, quando erano già in ospedale. Con che telefono sarebbe stata fatta quindi la chiamata?”.

Raggiunto da Giulio Golia, Izzo ha negato ogni coinvolgimento e ha fortemente respinto le accuse, a dispetto dell’opinione pubblica che si è scatenata sui social: “Il muro sta crollando” scrivono in molti che da anni chiedono giustizia per un caso che sta coinvolgendo migliaia di persone che stanno seguendo il caso con coinvolgimento e attenzione. Al momento, con il processo giunto al secondo grado di giudizio, in attesa del pronunciamento della Cassazione, la Magistratura ha ricostruito una verità processuale che contrasta con la testimonianza. Secondo quanto deciso dalla Corte di Appello, a ferire mortalmente Marco Vannini fu Antonio Ciontoli e non il figlio. Il terzo grado di giudizio, lo ricordiamo, non potrà entrare nel merito del processo ma sull’osservanza della procedura nel dibattimento.

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