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sabato, Aprile 20, 2024
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Omicidio Vincenzo Ruggiero, parla il padre: «Tra tanti errori c’è qualcosa di buono»

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È stato uno degli omicidi più macabri della pagine di cronaca degli ultimi tempi, quello di Vincenzo Ruggiero. Il 25enne è stato ucciso da Ciro Guarente ed il movente dell’assassinio è legato a motivi di gelosia. Dopo praticamente un anno (il ragazzo di 25 anni è stato ammazzato il 7 luglio) il padre di Vincenzo scrive delle parole sul figlio su un gruppo Facebook.

IL POST DEL PADRE DI VINCENZO RUGGIERO

Suppongo che tutti sappiate che Vincenzo è morto a 25 anni. Fino ai primi di giugno è stato in famiglia, dove ha ricevuto tutto ciò che la famiglia ha potuto dividere con lui, partendo dall’educazione. In ogni casa succedono discussioni e litigi, ma sono momentanei in stato di stress: tutti possono sbroccare. Ma certamente quanto si è costruito in 25 anni non può essere cancellato da qualcuno che parla senza capire ciò che dice. Mio figlio era solare, tutto ciò che toccava diventava oro.

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E poi era gentile: godeva di amici straordinari ed io sono molto orgoglioso di averlo avuto e mi si è spezzato il cuore non averlo più con me. A tutti coloro che vogliono infangare la mia famiglia, dico che non ci toccano minimamente: sia io che mia moglie abbiamo allevato i nostri figli col cuore. Nessuno ci ha insegnato a fare i genitori, ma lo abbiamo fatto secondo il nostro buon senso. Tra tanti errori c’è pure qualcosa di buono”. Scrive Francesco.

LA RICOSTRUZIONE CHOC

«È stato tranciato di netto in due parti con una accetta praticando un taglio all’altezza della terza-quarta vertebra lombare, amputava l’arto superiore destro e alcune dita della mano sinistra, praticava un profondo taglio lungo lo sterno in senso longitudinale e all’esito sistemava il cadavere così sezionato all’interno di un armadio vuoto adagiato orizzontalmente sul pavimento di un box all’interno dell’autolavaggio a mano e autori-messa».

IL GIALLO DELLA TESTA SCOMPARSA

La testa di Vincenzo Ruggiero non fu mai ritrovata. Il pm ipotizza che sia stata spappolato a colpi di fucile a pallettoni «che l’avrebbe sminuzzata in più parti». Ma il vilipendio del cadavere, così come si legge nel capo di imputazione, non finì lì. «Riempì il cadavere di acido così da far sciogliere gli organi interne. Poi alcuni giorno dopo tornò a ricompattare ciò che era rimasto per costruire, con il cemento a presa rapida, uno scalino». Con lui è imputato un altro uomo: Francesco De Turris, pregiudicato del quartiere di Ponticelli, zona orientale di Napoli, dove fu ritrovato il cadavere sezionato.

LA PISTOLA DEL DELITTO

È stato lui a fornirgli la pistola. una calibro 7,65, con la quale lo uccise sparando tre colpi. Vincenzo Ruggiero era in ginocchio in senso di difesa per proteggersi dai colpi. La pagò 500 euro. Potrebbe scegliere il rito abbreviato vista la mole di prove contro di lui. Questo non gli consentirebbe di avere uno sconto di pena consistente viste tutte le aggravanti che sono contestate dal pm nell’avviso di chiusura delle indagini.

 

 

 

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