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sabato, Aprile 20, 2024
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Caso Pareo Park, le prime denunce ai carabinieri dei genitori: “Lesioni personali”. LE FOTO

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Sono partite le prime denunce ai carabinieri per quello che è successo domenica 23 giugno al Pareo Park di Giugliano, dove circa 150 persone si sono recate in ospedale per le infezioni che hanno riportato dopo aver fatto il bagno nelle piscine del parco acquatico. Dopo due giorni non si sono ancora placate le polemiche ed alcuni bimbi continuano a necessitare di soccorsi a causa del forte bruciore causato dalle ustioni riportate nella giornata di domenica. Nella denuncia presentata ai carabinieri di Arpino di Casoria, corredata anche dal referto dell’ospedale, i genitori fanno riferimento a ustioni e bolle comparse dopo le 15 nella piscina del parco acquatico. L’accusa mossa è quella di lesioni personali ma naturalmente saranno solo le indagini a chiarire cosa effettivamente è accaduto.

Pareo Park, bolle e ustioni per 150 bambini: nel mirino i detergenti utilizzati per i pavimenti

Domenica pomeriggio è scoppiato il caos al Pareo Park a Licola. Alcune mamme hanno denunciato la comparsa di bolle e sangue sotto i piedini dei bambini, circa 150. Immediatamente è iniziata la psicosi che si è ingrossata sui social network.

Forse un eccesso di cloro nell’acqua o detergenti molto aggressivi potrebbero essere venuti a contatto con i piedi dei bagnanti. Sono queste le possibili ipotesi, come riportato dal sito de Il Mattino, a cui lavorano i tecnici della Asl Napoli 2 nord dopo numerosi sopralluoghi, rilievi tecnici, campionature di acqua effettuando anche tamponi sui pavimenti di una delle nove piscine del Pareo Park.

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Complessivamente sono stati dieci gli accessi di bimbi all’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli e altri all’ospedale Santobono.

Saranno disponibili entro questa settimana i risultati «delle analisi chieste all’Arpac» dalla proprietà del Pareo Park (struttura ricreativa attiva in una frazione del Comune di Giugliano, nel Napoletano) sulle acque della piscina dove ieri hanno fatto il bagno i bambini che hanno lamentato bolle e verruche ai piedi. È quanto fa sapere Vincenzo Schiavo, tra i proprietari del parco acquatico. Dei circa 70 bambini che domenica sono stati portati dai genitori al pronto soccorso dell’ospedale pediatrico Santobono, nessuno, fanno sapere dal nosocomio, è stato ricoverato.

I bambini avevano riportato, per lo più, bollicine e piccole abrasioni. «Ieri erano molte le persone, 3500, presenti nel parco – racconta Schiavo – e a un certo punto, circa una trentina di famiglie ha lamentato bolle e lesioni ai piedi dei loro bimbi». I piccoli sono stati condotti nell’infermeria del parco, «erano per lo più irritazioni». «Ma i genitori non erano convinti e hanno chiesto di parlare con dei responsabili, cosa che è avvenuta – dice – nemmeno questo, però, è bastato a calmare le loro paure».

È stata la direzione del parco a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine, carabinieri e polizia, «perché la nostra sicurezza interna era in affanno». «Hanno detto che l’acqua era inquinata, è stato creato un allarme mediatico enorme – evidenzia Schiavo – ma non é così. E proprio per una maggiore tranquillità abbiamo chiesto delle analisi sull’acqua della piscina». Quella piscina, finita sotto accusa, da ieri è chiusa per decisione della direzione del parco divertimenti. «Nessun sequestro dell’autorità giudiziaria – assicura Schiavo – ma una nostra decisione». Oggi, fa inoltre sapere, «c’era solo un centinaio di persone». «Un peccato per i sacrifici che stiamo facendo – conclude – Noi vogliamo che famiglie e bambini si divertano».

 

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