Quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state eseguite dalla Squadra Mobile di Napoli, dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Napoli, dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli e dallo Scico della Guardia di Finanza sulla scorta delle indagini condotte dai pubblici ministero Converso e Varone, coordinati dal procuratore Nicola Gratteri e dal procuratore aggiunto Rosa Volpe. Un’indagine tutta incentrata sulla famiglia Bosti, visto che ha coinvolto il boss Patrizio, elemento di spicco del clan Contini, i suoi figli Ettore e Flora, ed il genero Luca Esposito, con i primi 2 già detenuti al 41 bis rispettivamente nel carcere di Parma e in quello di Cuneo.
I reati contestati, a vario titolo, dagli inquirenti sono associazione mafiosa, minaccia, induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria, riciclaggio e autoriciclaggio. Per la Procura di Napoli sarebbero stati riciclati i
proventi delle truffe, con la vendita di orologi di lusso “taroccati” a facoltosi imprenditori, in società risultate (intestate a dei prestanome), che si occupavano della gestione dei rifiuti ferrosi, nella telefonia e negli affitti degli immobili.