Il nome di Jose Lizarraga Picciotti è salito alla ribalta della cronaca italiana dopo la tragica morte di una sua paziente, Ana Sergia Alcivar Chenche, 46 anni, avvenuta dopo un intervento di liposuzione nel suo studio a Roma.
Con un profilo Instagram seguito da oltre 7mila utenti, il medico 65enne si è costruito negli anni un’immagine pubblica ben definita, veicolando una visione della chirurgia estetica accessibile e, apparentemente, sicura.
La bella vita del dottor Picciotti
I suoi canali social sono un mix eterogeneo di autopromozione professionale e personale: da un lato, reel che lo ritraggono in contesti eleganti, tra cene raffinate e auto di lusso, a voler simboleggiare un successo raggiunto; dall’altro, la promozione di interventi estetici con prezzi estremamente competitivi. “Tutta la chirurgia estetica del Sudamerica a Roma” è uno degli slogan che campeggiano sui suoi profili, mirando evidentemente a un pubblico specifico, in particolare la nutrita comunità sudamericana nella capitale italiana.
Lo studio del dottor Lizarraga era diventato un punto di riferimento per chi cercava trattamenti estetici a prezzi contenuti. Offerte come “acido ialuronico e botox trattamento completo a 199 euro” e la promessa di “massima protezione per la tua bellezza” erano il fulcro della sua comunicazione. Attraverso video motivazionali con la colonna sonora di Rocky e frasi d’impatto come “La nostra passione è quella di farti tornare indietro nel tempo… Possiamo farlo”