Non solo estorsioni sui lavori pubblici, appalti truccati e influenza sulla classe politica di Caivano: il clan Angelino sarebbe riuscito ad allungare i suoi tentacoli anche nel mondo della scuola. Nessun interesse per l’istruzione dei giovani studenti, c’era, invece, la voglia di esercitare il proprio potere decisionale.
Dall’ordinanza che ha coinvolto politici, camorristi e tecnici del Comune emerge, infatti, uno spaccato inquietante. Secondo i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia, infatti, il gruppo criminale guidato dal boss Angelino Antonio, detto Tibiuccio, sarebbe stato capace di esercitare un controllo capillare sull’amministrazione comunale, poiché era in grado di influenzare le decisioni del consiglio comunale anche sul trasferimento di una dirigente scolastica.
“QUELLA NON SE NE DEVE ANDARE”
Dall’inchiesta emerge l’influenza e l’interesse del clan in merito a problematiche che coinvolgevano alcune scuole di Caivano. Nello specifico la camorra si interessò del trasferimento di una preside, la quale avrebbe potuto cambiare sede. A quel punto la cosca organizzò un incontro con l’ex assessore Carmine Peluso, politico che si sarebbe fatto garante dell’opposizione a questo cambio di dirigenza. “Il fatto della scuola…, la preside… quella non se ne deve andare da là“, queste sarebbe stato l’ordine di Tibiuccio impartito a Peluso. Ed in effetti poi non ci fu nessun trasferimento poiché gli esponenti dell’amministrazione si allinearono alla volontà del capoclan.
Dunque secondo gli inquirenti emergerebbe un quadro a tinte fosche della società civile alla luce dell’influenza imposta dalla camorra ai politici locali e, proprio, questo episodio dimostrerebbe come il clan sia riuscito ad influenzare le decisioni del consiglio comunale.