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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Preso il quarto evaso dal carcere Beccaria, scoperto il piano dei 7 fuggitivi

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Un altro latitante fuggito il giorno di Natale dal Beccaria di Milano è stato rintracciato e riportato in istituto. La conferma è arrivata da fonti del Ministero della Giustizia. Intanto sette ragazzi, autori dei disordini scoppiati il giorno di Natale anche con degli incendi, sono stati trasferiti ieri. Due sono a Catania, gli altri a Bari, Catanzaro, Potenza, Palermo e Caltanissetta. Il cappellano, don Claudio Burgio, ha rivelato oggi che c’è ancora “un po’ di tensione” all’interno dell’istituto, proprio perché i giovani detenuti temono altri trasferimenti. Alle 16 di domenica 25 dicembre erano in dodici nel cortile, sorvegliati da un solo agente della polizia penitenziaria. Uno di loro gli ha chiesto di andare a prendere un pallone per giocarci.

“DISAGIO GIOVANILE”

“Quanto successo nel carcere Beccaria di Milano è l’ultima spia di un crescente e allarmante disagio giovanile, di cui tutti siamo chiamati ad occuparci”. Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio. “Confido che gli interventi, attuati e programmati da parte del ministero, possano contribuire a creare le migliori condizioni possibili – ha aggiunto il Guardasigilli – perché non tornino più a delinquere i ragazzi ospiti degli istituti penali minorili”. Nordio ha infine annunciato che “nei prossimi mesi finalmente anche il Beccaria avrà un direttore a tempo pieno”.

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UNA FUGA DA FILM

La fuga, per ragazzi giovani e agili dai 17 ai 19 anni (cinque italiani, un ecuadoriano e un marocchino) non deve essere stata difficile. Erano nel campo di calcio, nel pomeriggio; uno sguardo d’intesa e via, approfittando del ridotto personale durante le feste e soprattutto di una parete di legno malridotta e delle impalcature di un cantiere, mentre uno dei fuggitivi addirittura ha usato un lenzuolo per calarsi all’esterno, come nei film. Uno è stato preso subito dopo, due si sono fatti convincere a rientrare dalle famiglie. Gli altri non hanno certo i mezzi per reggere a lungo la latitanza e le loro famiglie, in gran parte in situazioni di estremo disagio, nonché i loro amici, sono ben conosciuti dagli investigatori dell’apposito Nucleo investigativo della Polizia penitenziaria.

 

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