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giovedì, Aprile 25, 2024
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“Ho ucciso la mamma di Satana”, le 10 ore di follia e lucidità di Pasquale De Falco

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E’ rimasto barricato in casa per undici ore Pasquale De Falco, alternando momenti di lucidità a frasi sconnesse, imbracciando il fucile e girando nervosamente in casa tra una trattativa e l’altra. Dopo l’omicidio di Teresa Licciardiello, Pasquale ha esploso colpi di fucile nel cortile all’arrivo dei carabinieri (ma non verso di loro, ndr). Da lì è partito l’incubo che ha tenuto col fiato sospeso la città di Qualiano e ha richiamato l’attenzione dei media nazionali.

I TENTATIVI DI MEDIAZIONE

Sono stati diversi i tentativi di mediatori e parenti di far ragionare il 37enne. Come raccontato dai protagonisti delle trattative, non si è mai dimostrato pienamente collaborativo. Infatti ha respinto qualsiasi prova di dialogo. A interagire con il matricida, oltre ai carabinieri di Qualiano, coordinati dal comandante Pasquale Bilancio, e gli uomini della Compagnia di Giugliano, comandati dal capitano Antonio De Lise, ci ha provato anche la sorella Chiara. La ragazza, sposata con due bimbi, vive a pochi chilometri dall’abitazione dei genitori. E’ stata fatta avvicinare all’appartamento con un giubbotto antiproiettili ma le sue parole sono cadute nel vuoto. Stesso risultato anche per il cognato Massimiliano. Visti i rapporti non idilliaci il padre Antonio.non è stato fatto avvicinare. Sul posto c’era anche il medico dell’Asl che lo aveva in cura psichiatrica, ma anche il suo tentativo è stato inutile.

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LA FOLLIA ED IL SILENZIO

Pasquale alternava momenti di lucidità a follia: “Ho ammazzato la mamma di Satana”, ha ripetuto più volte. Nel corso nella giornata si dava nomignoli e soprannomi a sfondo religioso, poi ogni tanto alternava momenti di silenzio.  Le trattative nel pomeriggio si sono interrotte bruscamente. Un vuoto di circa tre ore in cui dalla casa di via Campana non proveniva nessun segno, nessun rumore. Un segnale che ha allertato i carabinieri che tenevano d’occhio la palazzina e che ha fatto temere il peggio. I militari che avevano provato a far uscire Pasquale dalla casa hanno temuto che l’uomo si fosse tolto la vita impiccandosi o assumendo una quantità spropositata di medicinali. L’allarme è rientrato dopo qualche ora quando Pasquale è stato visto camminare in casa imbracciando il fucile con cui qualche ora prima aveva colpito mortalmente Teresa.

L’ARRESTO

Dopo ore di trattative fallite, alle 20.57, i reparti speciali dei carabinieri hanno fatto irruzione in casa con l’utilizzo di lacrimogeni e granate stordenti. Pasquale non ha opposto resistenza e si è fatto trovare in cucina, lontano dall’arma, e mostrandosi immediatamente collaborativo. Nonostante la sua imponente stazza, l’uomo si è fatto ammanettare e portare in caserma dove gli è stato notificato il fermo per omicidio e resistenza a pubblico ufficiale, prima di essere trasferito nel reparto psichiatrico del carcere di Poggioreale.

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