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mercoledì, Aprile 24, 2024
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«Questo se lo fa», la vendetta studiata da Nurcaro e il summit con i Reale

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Dopo l’agguato subito a Piazza Nazionale Salvatore Nurcaro voleva vendetta. E per farlo aveva organizzato ogni cosa insieme ai suoi alleati, i Reale del rione Pazzigno. Questo e altri retroscena emersi nella maxi ordinanza che due anni fa circa ha scompaginato il gruppo e che due giorni fa ha portato alle prime condanne (leggi qui l’articolo). Dalla lettura delle carte e dalle intercettazioni emerge chiaramente il proposito vendicativo di ‘cacciuottolo’ spalleggiato dai vertici del clan dopo l’agguato subito. Come scoperto dagli uomini della squadra mobile fu un vero e proprio summit a casa di Nurcaro a cui parteciparono i Reale e un esponente della famiglia Rinaldi. Questo perchè Nurcaro non era tranquillo: il giovane ras aveva infatti saputo dalla sua compagna, residente al Pallonetto di Santa Lucia e vicina agli Elia, che “erano venute delle motociclette giù da me”.

La lettura dell’ordinanza: il proposito di vendetta di Nurcaro dopo l’agguato di piazza Nazionale

Nemmeno le raccomandazioni del padre di Nurcaro (in cui l’uomo invitava il figlio “ad aspettare” e di “non farsi vedere in giro”) avevano bloccato le trame di vendetta del giovane che non aveva precisato al padre i nominativi dei presenti alla riunione se non quello di Vincenzo Reale ‘a patana. Il summit, a cui parteciparono Antonio Reale, Francesco Rinaldi e Pasquale Reale doveva appunto ‘preparare’ la risposta di Nurcaro che, dopo le rivelazioni della sua compagna, aveva inoltre appreso che il padre era stato avvicinato da un soggetto, vicino ai Formicola, che gli aveva confidato che se il figlio avesse continuato con quell’atteggiamento avrebbe rischiato l’eliminazione. Lo stesso padre di Nurcaro consigliò più volte al figlio di fare attenzione:«Il padre di questo non è uno scemo, non è che il padre di questo è uno scemo per mandare l’imbasciata. Come dire:senti, Torore, diglielo che non si muovono perchè questo se lo fa». Nell’ordinanza si ipotizza che il soggetto incaricato di portare l’imbasciata a Nurcaro fosse Stanislao Marigliano che, come anticipato da Internapoli, fu vittima di un fallito agguato a fine maggio.  Secondo le ultime informative due uomini, in sella ad un ciclomotore e con volto coperto da casco integrale stavano per esplodere colpi di pistola contro l’uomo che sarebbe riuscito a raggiungere il palazzo dove abita in tutta fretta non dando tempo e modo ai sicari di sparare. Stanislao Marigliano è un volto conosciuto alle forze dell’ordine: oltre ad essere padre di Antonio è il nonno di Stanislao Junior lo stesso che, qualche settimana prima, era stato pestato da Salvatore Nurcaro.

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