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domenica, Aprile 28, 2024
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Rosa morta dopo il parto a Villa Betania, gli esperti confermano: “Poteva essere salvata”

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Poteva essere salvata Rosa Andolfi, la giovane mamma di 29 anni morta nell’ospedale Villa Betania di Ponticelli, nella zona orientale di Napoli, cinque ore dopo aver dato alla luce il suo secondo figlio, la notte tra il 19 e 20 febbraio 2020. A scriverlo, nero su bianco, sono due consulenti nominati dal giudice Fiammetta Lo Bianco che nella loro perizia rettificano le conclusioni a cui giunsero i periti degli inquirenti.

La famiglia di Rosa, attaverso gli avvocati Amedeo Di Pietro e Alessandro Milo, adesso chiede la riapertura delle indagini e annuncia di voler denunciare i consulenti della Procura.

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Quanto emerso è gravissimo: nei prossimi giorni la famiglia depositerà una denuncia nei confronti dei consulenti medici“, fanno sapere i legali che, grazie a delle loro indagini difensive, riuscirono anche a scoprire che quella tragica notte in servizio c’era anche un medico rianimatore radiato dall’albo nel 2015. (ANSA).

Dall’archivio di Internapoli.it – articolo del 3/11/20

Era stato radiato dall’ albo nel 2015 e quindi non poteva e doveva essere in servizio. Invece, quella tragica notte tra il 19 e 20 febbraio scorsi, il medico rianimatore era al lavoro. A rendere nota la circostanza sono gli avvocati Amedeo Di Pietro e Alessandro Milo, legali del fratello di Rosa Andolfi, la giovane mamma affetta da una lieve forma della sindrome di Tourette (tic motori e fonatori incostanti). La donna è morta a 29 anni dopo avere dato alla luce un maschietto nell’ospedale evangelico Villa Betania di Napoli.

Gli avvocati hanno acquisto, nell’ambito di indagini difensive portate avanti in questi mesi, l’attestato della FNOMCEO Federazione dei medici Italiani. Nel documento  si attesta che l’anestesista era cancellato dall’Albo dei medici dal 2015 e quindi non poteva esercitare. Una circostanza che potrebbe dare un’altra lettura alla vicenda e che si affianca alle risultanze dell’esame autoptico eseguito sulla salma di Rosa Andolfi, già madre di un bambino partorito con un taglio cesareo eseguito quattro anni prima senza problemi dopo un’anestesia totale.

L’autopsia su Rosa Andolfi

All’autopsia hanno assistito anche i consulenti nominati dall’avvocato Di Pietro: i professori Pietro Tarsitano e Domenico Caruso e il dottore Maurizio Municino. Il primario, nella cartella clinica, sostiene che Rosa Andolfi doveva essere sottoposta a una anestesia totale. Quindi è inspiegabile, perchè invece praticata l’anestesia locale. «L’anestesista, a nostro parere – continuano i legali – colpevole di esercizio abusivo della professione. Poichè fronte di una cancellazione dall’albo non è consentito esercitare la professione medica». Alla fine dello scorso mese di febbraio sei medici dell’ospedale in questione, tra cui l’anestesista, iscritti nel registro degli indagati. L’ipotesi di accusa è omicidio colposo in ambito sanitario.

 

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