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sabato, Aprile 20, 2024
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Camorra a Sant’Antimo, il pentito: «Mai rubato i soldi dell’edilizia ai Puca, 400mila euro a liberi professionisti…»

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Soldi, soldi, soldi. Alla fine, come capita sempre più spesso nella vita, è sempre il vil denaro ad avere un ruolo da protagonista e a far nascere scontri in quello che era considerato uno dei clan più uniti del Napoletano. A svelare i segreti del clan Puca, è ancora una volta il pentito Claudio Lamino, ritenuto e ritenutosi organico alla cosca egemone a Sant’Antimo e nei Comuni limitrofi.

Lamino parla dei sui rapporti con il figlio di Pasqualino o’minorenne, Lorenzo Puca, e con l’imprenditore Vincenzo D’Aponte, attualmente relegato agli arresti domiciliari fuori regione.

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“Lorenzo Puca mi ha convocato appena è stato scarcerato. Eravamo presenti io e Vincenzo D’Aponte per avere conto dei soldi, che a suo dire erano pochi. Soldi che provenivano dagli affari che io e D’Aponte gestivamo con Omissis – riferisce Lamino al Pm in un verbale di interrogatorio. – Al primo incontro in casa dei genitori di Lorenzo partecipai soltanto io. In quell’occasione Lorenzo mi chiese conto di tutta la contabilità degli affari illeciti dei clan Puca che io avevo tenuto fino a quel momento. In particolare Lorenzo Puca voleva avere conto delle entrate del clan provenienti dagli affari illeciti omissis omissis e delle spese effettuate in favore dei legali di suo padre Pasquale Puca. Lorenzo voleva avere contezza di ciò perché non aveva fiducia nella gestione che io e D’Aponte avevamo fatto delle entrate illecite del clan.

Gli affari del clan, nel periodo a cui fa riferimento Lamino nel verbale firmato dallo stesso collaboratore di giustizia il 14 luglio del 2017, si incentravano per buona parte sull’edilizia e sugli appalti. E sono proprio i proventi dall’illecita attività a mandare su tutte le furie Lorenzo Puca, al punto da accusare D’Aponte di averlo derubato. Quest’ultimo però, sgonfia le pretese del figlio di Pasqualino, facendo notare che circa 400mila euro è servito per soddisfare tecnici e liberi professionistici vicini al clan.

 

“L’interesse di Vincenzo D’Aponte era soprattutto eseguire i lavori per le concessioni che venivano rilasciate. Infatti anche quando le concessioni venivano rilasciate a costruttori, D’Aponte riusciva ad ottenere i subappalti ed anche la fornitura dì manodopera così da guadagnarci. Ovviamente il D’Aponte doveva dividere i guadagni con il suo socio Lorenzo Puca – riferisce Lamino –Ricordo che Lorenzo Puca non si trovava con i conteggi del D’Aponte e lo accusava di averlo derubato. Infatti, Vincenzo D’Aponte negli anni dal 2006, data di creazione della società denominata Ellevi che vedeva soci lo stesso D’Aponte e Puca Lorenzo, e fino al 2017, aveva fatto un volume di affari di circa 13 milioni di euro e, pur togliendo tutte le spese e le tasse, Lorenzo calcolava che doveva avere un utile di almeno 3/4 milioni di euro mentre il D’Aponte gli aveva riportato quale utile solo un fabbricato grezzo di 9 appartamenti, del quale ho già parlato, dì un valore di circa 600 mila euro”. 

 

Di seguito riportato uno stralcio dell’interrogatorio

P.M.: quando v’arriva questa telefonata, capite

L.C.: e capii che c’era lui … su … e, vi devo dire la verità a me erano 2 — 3 anni che io, ehm, diciamo stavo tranquillo, diciamo, perchè non volevo avere a che fare, mi sta … da quando era uscito lui mi aveva scombussolato un poco … ehm, diciamo, anche, diciamo, gli orari che io mi ritiravo … e mi chiamò, e disse: “Vincenzo D’Aponte voleva…”, dice:”qua ci sta Puca Lorenzo, ci sta mettendo a confronto e me e lui”; dissi: “guarda, io non ho problemi, poi tu sei … hai dei problemi che hai fatto qualche cosa, ehm …”

P.M.: e quindi chi c’era questa volta? Sul cantiere

L.C.: io, Vincenzo D’Aponte e …

P.M.: D’Aponte e Lorenzo

L.C.: e Puca Lorenzo

P.M.: e che cosa dice Lorenzo?

L.C.: Lorenzo voleva sapere .., disse: “no, ma qua si parla che voi avete preso oltre un milione di euro”, tutte queste cose qua, “guarda” io gli dissi: “sono stati presi tre — quattrocentornila euro di cui, eh, di questi tre — quattrocentomila più di centocinq…”

P.M.: in quale arco temporale, tre — quattrocentomila euro in quale periodo?

L.C.: mah, dottore’ nell’anno 2012 – 2013

P.M.: ok, quindi in un anno

L.C.: ehm, in un anno …

P.M.: quindi de voi e da Vincenzo D’Aponte

L.C.: e .. me e Vincenzo D’Aponte

P.M.: fondamentalmente L.C.: perché una parte è andata ai tecnici, diciamo…

P.M.: e vabbè già abbiamo detto questa spartizione …

L.C.: l’altra parte

P.M.: tecnici, omissis e voi

Si tratta naturalmente di dichiarazioni che devono trovare riscontro nei procedimenti a carico degli indagati, innocenti fino a prova contraria.

 

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