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martedì, Aprile 23, 2024
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Sant’Antimo, lo Stato ferma la vendetta della camorra: “Quelli sono morti che camminano”

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Sul loro capo era stata già decretata la condanna a morte, ma lo Stato è intervenuto prima della vendetta. Un retroscena da brividi quello che emerge dalle intercettazioni sul decreto di fermo dei 4 soggetti che hanno attaccato i due esponenti del clan Ranucci lo scorso 8 marzo Antonio Bortone e Mario D’Isidoro. Uno è morto sul colpo, mentre l’altro si è salvato solo per caso, grazie al borsell che aveva a tracollo e che ha deviato i proiettili. In manette sono finiti Michele Cleter, 34 anni, detto “o Giò”; Gaetano Vallefuoco, 31 anni; Michele Landolfi, 23 anni, detto “o cecato”, tutti di Sant’Antimo, e Fabio Cuomo, 31 anni, di Grumo Nevano, ritenuti contigui al clan di Sant’Antimo.

 Mario D’Isidoro, intercettato più volte sia al telefono che nella stanza dell’ospedale di Aversa parlando con la moglie le chiede di farsi dire dove si stavano nascondendo i quattro fermati, letteralmente spariti dalla circolazione dopo il delitto, perché come ha detto alla consorte, quei quattro erano già morti.

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Michele Cleter di Scampia, il 31enne Gaetano Vallefuoco e il 23enne Michele Landolfi, entrambi di Sant’Antimo, e il 31enne Fabio Cuomo di Grumo Nevano. Tutti sono accusati da gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati di omicidio e tentato omicidio, aggravati dalle modalità mafiose. In particolare l’attività investigativa condotta dai militari, anche attraverso l’utilizzo di intercettazioni ambientali e telecamere di videosorveglianza, ha permesso di raccogliere diversi elementi indiziari a carico dei fermati circa l’omicidio di Antonio Bortone ed il tentato omicidio di Mario D’Isidoro

All’indirizzo dei due affiliati sono stati esplosi numerosi colpi di arma da fuoco, infatti, sono stati repertati 17 bossoli. Il 26enne di Frattamaggiore è stato lasciato riverso a terra nel cortile del complesso residenziale di via Solimene mentre D’Isidoro si è salvato.

COME SI E’ SALVATO D’ISIDORO

Fondamentale è stato un borsello indossato a tracolla, infatti, l’accessorio ha deviato la traiettoria di alcuni proiettili. Quindi dopo un breve ricovero all’ospedale di Aversa, il 26enne è stato dimesso. Il movente dell’omicidio Bertone sarebbe da ricondurre alla lotta per il controllo delle piazze di spaccio a Sant’Antimo.

1. CLETER MICHELE, NATO A NAPOLI IL 12.4.1989
2. VALLEFUOCO GAETANO, NATO A NAPOLI IL 12.01.1992
3. LANDOLFI MICHELE, NATO AD AVERSA IL 20.08.2000
4. CUOMO FABIO, NATO A NAPOLI IL 14.1.1992,

Lo stato anche questa volta è arrivato prima del Tribunale della camorra che aveva decretato per loro la condanna a morte.

 

 

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