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sabato, Aprile 27, 2024
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Scatta l’embargo sul petrolio russo, rischio aumenti sulla benzina in Italia

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Oggi scatta una nuova stretta delle sanzioni europee contro la Russia: finiti nel mirino nel mirino i prodotti petroliferi raffinati. I paesi dell’Unione Europea bloccano le loro importazioni di prodotti petroliferi raffinati russi. E parallelamente adottano un meccanismo di limitazione ai prezzi (price cap) sulle forniture per via marittima ai paesi terzi degli stessi prodotti raffinati dalla Russia. I tetti sono due: il primo, a 100 dollari al barile riguarda i raffinati più elaborati, come benzine, diesel e kerosene. Il secondo tetto, a 45 dollari al barile, riguarda l’olio combustibile, la nafta e altri prodotti petroliferi meno pregiati.

LE SANZIONI CONTRO LA RUSSIA

Secondo i propositi di Bruxelles e delle capitali Ue, che si muovono in tal senso negli ambiti degli accordi del G7 allargato sulle sanzioni contro la Russia – che oltre ai paesi Ue non G7 include anche l’Australia – queste misure limiteranno ulteriormente gli introiti di Mosca e la sua capacità di alimentare la guerra in Ucraina. Al tempo stesso aiuteranno a stabilizzare i mercati energetici globali, a beneficio di vari paesi nel mondo. “Aumentiamo la pressione adottando limitazioni addizionali sui prezzi dei prodotti petroliferi raffinati russi”, ha commentato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

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L’esecutivo comunitario ha anche pubblicato delle linee guida per l’attuazione di questi provvedimenti. L’efficacia delle sanzioni di Usa e Ue contro la Russia, assieme alle loro ricadute negative sulle stesse economie europee, sono un tema oggetto di persistenti controversie, mentre in parallelo si continua ad assistere a revisioni in meglio delle previsioni economiche sulla Russia, l’ultima istituzione a muoversi in tal senso è stato il Fondo monetario internazionale.

LE TESI DEI TECNICI DELL’UE

Secondo le tesi dei tecnici Ue, questi ultimi price cap sui raffinati russi – come del resto il price cap del G7 a 60 dollari sul greggio russo che era già scattato il 5 dicembre, in parallelo alla messa al bando sulle importazioni di greggio nell’Ue per via marittima – riguardo alle forniture che si “tollerano” verso paesi terzi, di fatto spingerebbero gli importatori a pretendere l’allineamento dei prezzi a questi livelli limite, contenendo gli introiti per Mosca. Il meccanismo del price cap dovrà essere applicato dagli armatori e da tutti i servizi di trasporto per via marittima con sede nei paesi del G7 allargato, compresi i contratti di riassicurazione sulle petroliere, per le spedizioni dei prodotti raffinati russi verso i paesi terzi.

Ci sono però i timori dei consumatori italiani sulle conseguenze di queste misure. Ancora non si è sopito l’allarme rincari che ha portato anche alla giornata di sciopero dei gestori contro il decreto del governo sui prezzi ‘trasparenti’, e già arriva un nuovo ‘alert’ dei consumatori. A partire da domani 5 febbraio scatterà infatti l’embargo deciso dall’Ue sui prodotti raffinati russi; la misura, sottolinea Assoutenti, rischia di determinare nuovi rincari dei carburanti alla pompa con danni sia sul fronte dei costi dei rifornimenti, sia dell’inflazione.

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