”Serve un grande piano per il lavoro. Il Governo deve cambiare marcia e invece a me sembra che si è fatto trovare impreparato e che sta manifestando le stesse misure di marzo e questo mi sconcerta perché questo disorientamento si poteva capire all’inizio ma ora siamo a ottobre”. Lo ha detto il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, a Radio24, ed ha aggiunto: ”Non credo che i ristori siano sufficienti perché ad esempio la città di Napoli non vive di grandi industrie ma di economia circolare dove a volte non arriva nemmeno la cassa integrazione, ci sono persone che lavorano a nero e in Italia purtroppo sono tante perché vengono sfruttate e anche tutti questi hanno diritto a non morire ma a vivere”. (ANSA).
Napoli si spegne, bar chiusi, pizzerie aperte per asporto
– Via dei Tribunali ore 18: il centro storico di Napoli si spegne un po’ alla volta seguendo il ‘coprifuoco’ dell’ultimo Dpcm. Bar, ristoranti, trattorie, i locali della movida devono chiudere al pubblico, fatta salva la possibilità di consegna a domicilio o vendita da asporto entro le 22.30. Qualcuno ha già chiuso prima delle 18, e c’è chi, invece, ha deciso di non chiudere, per protesta. Ma è l’iniziativa di singoli che non ha trovato consensi nei locali vicini: troppo alto il rischio di essere multati per il mancato rispetto del Dpcm.
In piazza Bellini restano sparuti gruppi di ragazzi laddove si solito c’è la folla. Chiusi i bar riferimento della piazza: il Caffè dell’Epoca, Lemme Lemme, il Nea (è solo per citarne alcuni, nessuno è rimasto aperto). Chiuso il Perditempo. “E cosa consegno a domicilio, il caffè? – è la domanda provocatoria di Marianna Stanzione, proprietaria del Caffè di Mary, in piazza Miraglia – Questo è un bar del centro storico. Le birre si comprano al supermercato d la gente le veve a casa. Mica mi telefonano per una consegna a domicilio di una birra?”. Di questo passo, riuscirà a rimanere aperta “non più di una settimana”. È arrabbiata,’triste, delusa. “Mio marito è il titolare della pizzeria qua accanto – sottolinea – e non sta messo meglio di me. Da Conte è arrivata una condanna”.
Chiuse molte trattorie come “Carminiello”. Non hanno nemmeno provato a vedere come andavano le cose tra asporto e consegna a domicilio, nonostante siano due attività normalmente svolte.
Aperta solo per consegne e domicilio la storica pizzeria Di Matteo. “È deprimente vedere così questa strada e non poter accogliere clienti – racconta Edoardo Ammendola, amministratore della pizzeria – siamo sull’orlo del precipizio da tutti i punti di vista: morale, economico”. La possibilità della consegna a domicilio, da sola, non basta a garantire gli stessi incassi.