Un regolamento di conti mascherato da rapina di Rolex. È questa la ricostruzione che gli inquirenti hanno dato per le vicende che riguardano i fratelli Minieri, Nicola e Ciro, e che ha riportato Fanpage.it.
La storia ha origine il 15 dicembre 2021, quando Ciro Minieri, 22 anni, viene condotto al Pronto Soccorso con una ferita d’arma da fuoco alla gamba. Alle forze dell’ordine racconta di aver subito una rapina, ma la sua versione convince poco. Tanto che, fin da subito, appare come la classica storia raccontata per non dare troppe spiegazioni. Infatti, Ciro Minieri sa perfettamente chi e perchè l’ha sparato. A premere il grilletto è stato il padre di un suo coetaneo, col quale aveva litigato tempo prima.
A questo punto, però, anche l’uomo sa di essere stato riconosciuto e teme la vendetta dei due fratelli Minieri. Quindi, per evitare ripercussioni fatali, decide di ‘regolare i conti’ in autonomia e ‘dare soddisfazione’ a chi era stato ferito. Convince il figlio a premere il grilletto a sua volta, ma contro di lui. Un proiettile in una gamba, per un proiettile in una gamba; assecondando la più primordiale e istintiva legge del taglione: “occhio per occhio”. Tuttavia, si tratta di una decisione presa singolarmente, senza alcun accordo con i Minieri, ai quali questa risoluzione non sta bene.
Dalle intercettazioni degli inquirenti, infatti, emerge che Ciro e Nicola organizzano il reale regolamento di conti. Un agguato ‘mascherato’ da rapina. Progettano un agguato all’uomo, fingendo di rapinarlo del Rolex che porta sempre al polso. Nicola Minieri, intercettato, dà indicazioni al fratello, che avrebbe dovuto essere l’esecutore materiale: quando sarebbe arrivato il momento, dopo la richiesta di consegnare l’orologio, “quello che risponde risponde, lo devi sparare“. Indipendentemente dalla sua risposta, quindi, l’uomo sarebbe stato ucciso.
