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giovedì, Aprile 25, 2024
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Tesoro sotterrato dalla famiglia in giardino, scoperti altri 4 mln di euro

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Sono 8 i milioni di euro sotterrati sotto il prato che circonda un casolare nelle campagne di  Gussago. Migliaia di banconote da 50 e 100 euro erano nascoste all’interno di sacchi, fusti, secchi: il tutto è stato poi interrato dai proprietari del terreno. Secondo il Giornale di Brescia erano marito e moglie a guidare l’organizzazione dedita alla sistematica evasione del fisco. Dunque una maxi frode scoperta al termine di una lunghissima indagine. Tutto è partito da migliaia di fatture false, dal valore di oltre 500 milioni di euro, che sarebbero state emesse dal 2018 nell’ambito di attività dedite al commercio di materiale ferroso.

La prima parte del bottino è venuta alla luce pochi giorni fa, quando carabinieri e guardia di finanza hanno cominciato a scavare vicino la proprietà di Giuliano Rossini e della moglie Silvia Fornari. Per gli inquirenti si tratterebbe di una parte di soldi riportati in Italia dagli ‘spalloni’ dalla Romania, Croazia, Bulgaria e persino in Cina.

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Trovata, dunque, una montagna di soldi che per il sostituto procuratore Claudia Passalacqua, titolare dell’indagine che conta ben 77 indagati, costituisce la prova principale, soprattutto per la coppia ritenuta insieme al figlio 22enne Emanuele Rossini e alla zia materna Marta Fornari ai vertici dell’organizzazione.

L’ORGANIZZAZIONE

A capo dell’organizzazione dedita alla sistematica evasione del Fisco, secondo gli inquirenti, ci sarebbero Giuliano Rossini e la moglie Silvia Fornari, ora in carcere. Per il figlio della coppia Emanuele e la zia materna, Marta Fornari, sono scattati gli arresti domiciliari.

Le indagini sono iniziate nel 2019, in seguito a una segnalazione ai carabinieri di Gardone Val Trompia. Si trattava della scoperta di 113 bonifici per circa 34 milioni di euro eseguiti da un’azienda di Lodrino, risultata intestata a un operaio della Val Trompia. I soldi erano destinati a soggetti cinesi su conti correnti esteri aperti in banche asiatiche. Secondo il gip quei fondi servivano a pagare fatture inesistenti. Poi il denaro rientrava in Italia trasportato in auto da corrieri, gli spalloni appunto.

In seguito agli accertamenti è stato possibile ricostruite una vasta rete di società di cartiere, gestita dalla coppia Rossini – Fornari. Queste false fatture sarebbero servite per coprire acquisti e vendite in nero di metalli ferrosi.

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