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“Squagliato nel bidone dell’acido”, il pentito Simioli racconta l’omicidio di Totoriello

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Giuseppe Simioli sta svelando importanti dettagli sulla camorra dell’area nord. Il braccio destro del boss Peppe Polverino, conosciuto nell’ambiente con il soprannome di ‘o Petruocelo, ha ricostruito le responsabilità nell’omicidio di Salvatore Esposito, detto Totoriello, permettendo ai pm di Napoli di individuare le responsabilità di presunti mandanti ed esecutori.

Per quest’omicidio i magistrati hanno indagato Paolo Abbatiello, Gianfranco Leva, Raffaele Prota, Ciro Comite, Giuseppe Vacca, Carlo Nappi, Crescenzo Polverino, Felice Moraca, Giuseppe e Salvatore Ruggiero. Anche il collaboratore di giustizia Simioli è stato raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare.

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LA TRAPPOLA PER TOTORIELLO

Esposito era l’autista di Giovanni Licciardi e, nonostante fosse un uomo di fiducia del clan, avrebbe pagato con la morte la relazione con la nuora del boss Gennaro. Il 27 settembre del 2013, giorno del delitto, Totoriello sarebbe stato attirato in trappola da Raffaele Prota, Paolo Abbatiello e Gianfranco Leva con la scusa di dover incontrare un esponente di vertice del clan Licciardi, il quale era latitante tra Marano e Chiaiano.

Il 16 aprile 2021 Simioli ha parlato dell’omicidio: “Si decise con quelli di Secondigliano, sicuramente con Paolo Abbatiello e Franco Leva, di trovare un posto per portare questo ragazzo che doveva essere ucciso. Venne deciso di farlo portare in una campagna vicino ai Camaldoli adiacente alle cave di Chiaiano, tra Chiaiano e Marano. Si trattava di una campagna che utilizzavamo per i nostri incontri. Non era di nessuno di noi, ma la utilizzavamo perché era abbandonata”.

“SQUAGLIATO NEL BIDONE CON L’ACIDO”

Il Ros dei Carabinieri portò Simioli sul luogo dell’omicidio di Totoriello per confutare il racconto del pentito del clan, dopodiché ‘o Petruocelo ricostruì la vicenda in un verbale del dicembre 2022: “Ci siamo recati sia nel capannone, vicino ad una casetta abbandonata, dove è stato ucciso e sia nel capannone dove è stato squagliato. Riferisco che il bidone e l’acido, contenuto nelle latte, erano stati già portati da Crescenzo Polverino detto Crescenziello il giorno in cui è stata uccisa questa persona. Dopo essere stata uccisa la persona è stata portata nel capannone distante 200-300 metri dalla casa abbandonata. La persona è stata squagliata all’interno del bidone contenente l’acido riscaldato da un bruciatore posto sotto il bidone“.

 

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.