Antonio Maimone ha denunciato la presenza di alcuni profili sui social che offendono la memoria del figlio Francesco Pio e di altre vittime innocenti, come Santo Romano o GiòGiò Cutolo. “Non possiamo continuare a vedere infangata la memoria dei nostri figli“, ha affermato il papà del pizzaiolo ucciso per sbaglio con un colpo di pistola sul lungomare di Napoli, al culmine di una lite a cui era estraneo.
“Guardare sui social i loro volti accostati a quelli dei loro assassini è come insistere su una ferita sempre aperta. Ho inviato tutto al mio avvocato per tutelare e difendere la nostra famiglia“, ha affermato Antonio Maimone.
“Chiudere questi profili”, la richiesta del deputato Borelli
A rendere noto il fatto e a riportare le parole dell’uomo è il deputato di Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli secondo cui: “Bisogna chiudere questi profili e indagare su chi li gestisce. La malavita – afferma Borrelli – fa proseliti attraverso i social, trovando terreno fertile e menti plasmabili nei giovanissimi della nostra città, sempre più affascinata dalla vita criminale e dalle armi, così come raccontano le tristi cronache degli ultimi mesi. Le statistiche parlano chiaro, sono in aumento i minorenni armati e i reati di minori contro le donne. Un segnale pericoloso che non va sottovalutato. Altrettanto seriamente vanno trattati questi argomenti sui social network. Attraverso l’Osservatorio che abbiamo istituito raccogliamo denunce quotidiane di criminali che si ritraggono sui social tra armi, soldi e bella vita, o addirittura con video e dirette dall’interno delle carceri. Tutto questo va fermato, anzi, video e profili siano elementi utili agli inquirenti per bloccare questi criminali“.