Oramai, la possiamo catalogare come “la truffa dell’estate al mare”. In breve, un inserzionista più o meno anonimo inserisce un annuncio su alcuni motori di ricerca. Un cliente, completamente ignaro del pericolo che sta correndo, nota l’annuncio. Sceglie proprio quello perché, tra i tanti, è quello con l’offerta migliore. La settimana centrale di agosto, si sa, è sempre la più costosa per chi sceglie di passarla al mare. Così, l’inserzionista chiede una caparra. Una sorta di garanzia economica a conferma della prenotazione. Gira gli estremi del conto bancario al cliente che, dopo qualche minuto, effettua il bonifico. Fin qui, tutto regolare. Se non fosse che l’inserzionista – sarebbe più corretto dire “la” inserzionista – dopo aver intascato la caparra di 150 euro sparisce nel nulla. Il cliente, una 30enne reggiana, denuncia tutto alla Polizia Postale che non indugia. Comincia a cercarla. E la trova. Confisca la caparra e la denuncia. Ovviamente, non esisteva alcuna casa nel Cilento.
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