Vaccino Covid: terza dose sì, Terza dose no. Secondo Nino Mazzone, vice presidente Fism (Federazione società medico-scientifiche italiane), è attualmente prematuro parlarne. In un’intervista rilasciata all’Adnkronos Salute ha fatto un accorato appello alle istituzioni: “Si possono sapere i tassi di reinfezione dei vaccinati per confrontarli con quelli degli ex pazienti Covid? Solo dopo – sostiene – potremmo discutere di terza dose”.
Vaccino Covid, Mazzone: “Terza e quarta dose? Prematuro parlarne”
“Prima di parlarne – spiega l’esperto – è utile conoscere i dati a un anno di quante persone vaccinate che non avevano fatto l’infezione da Sars-CoV-2 si contagiano. Ci vuole chiarezza nel confrontare l’immunità naturale”, quella ottenuta superando la malattia, “e l’immunità acquisita” attraverso la vaccinazione. “Questo dato, che ancora non viene prodotto, è invece fondamentale – ammonisce il medico – per poter decidere una strategia che dovrà essere pianificata a livello mondiale”. Perché “qualora i tassi” di infezione di guariti e immunizzati “fossero simili, si potrebbero risparmiare milioni di dosi vaccinali”. Qualcosa come “300 milioni”, stima Mazzone, da donare “per la popolazione più vulnerabile di tutto il mondo” o comunque utili ad “accelerare enormemente la vaccinazione delle categorie che più ne hanno bisogno”.
“Anche alla luce della variante Delta” per lo specialista “la risposta a pochi semplici quesiti (infetta i vaccinati, e quanto? Infetta i guariti, e quanto?) sarà fondamentale per poter impostare politiche di qualità basate su una metodologia scientifica”.
Mazzone ci tiene come prima cosa a “sgombrare il campo da ogni equivoco”, confermando che “oggi due cose appaiono fondamentali” e cioè “vaccinare tutti quelli che ne hanno bisogno” e “usare il Green pass per frequentare i luoghi chiusi, compresi bar e ristoranti”. Ciò premesso, sulla terza dose l’internista che ha vestito sia il camice sia il pigiama invita alla “prudenza”. La stessa che a suo avviso avrebbe dovuto portare già in prima battuta ad “aspettare a vaccinare i pazienti che hanno avuto il Covid. Si sarebbe potuto fare l’esame sierologico agli esposti – ragiona – e si sarebbero risparmiati milioni di dosi e possibili effetti collaterali”.
Vaccino Covid, Silvestri: “Serviranno terza e quarta dose”
Meno cauto il virologo Guido Silvestri che in un’intervista a Il Fatto Quotidiano spiega come per lui siano fondamentali la terza e quarta dose di vaccino: “Non credo sarà la fine del mondo, specie se questo riuscirà a ridurre i morti e a far circolare di meno il virus”.
“Se diciamo alle persone ‘vaccinatevi’, ma poi le teniamo chiuse in casa, mascherate e distanziate, quale sarebbe l’incentivo a vaccinarsi. Specie tra i soggetti a basso rischio? E un concetto banale”, spiega.
Infine Silvestri concorda sul fatto che in questo momento i contagi sono alimentati soprattutto da chi non ha fatto il vaccino: “Negli Usa la ‘quarta ondata’, che comunque è piuttosto modesta in termini di mortalità, sembra aver colpito soprattutto non-vaccinati, almeno in termini di malattia severa”.