La Corte di Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo per Francesco De Turris, accusato di concorso in omicidio aggravato per la morte di Vincenzo Ruggiero. Venerdì si è celebrata l’udienza finale del processo a carico del complice di Ciro Guarente, l’assassino del 25enne. De Turris è accusato di aver fornito la pistola calibro 7,65 con la quale Ciro Guarente uccise il 25enne attivista LGBT.
Dopo la condanna mamma Maria si è complimentato con l’avvocato Luca Cerchia e ha dichiarato: “In corte di Assise è giunto al verdetto con molta fermezza e capacità, con la collaborazione della criminologa Alessandra Sandone hanno rinchiuso in gabbia i carnefici di mio figlio Vincenzo Ruggiero, ucciso e fatto a pezzi dal Guarente con l’aiuto del De Turris figure ignobili e senza cuore. Molti dicono che il sangue chiama sangue, ma io non sono dello stesso parare, certo di impeto forse l’ho rimuginato più volte nel mio cervello, ma sapere che i prossimi 30 anni li passa chiuso in una gabbia soffrendo tutti i giorni per la mancanza di libertà e il sapere che uscirà vecchio perdendo la gioventù in quattro mura, sia più doloroso di prendere una pallottola in testa”.
“Anche se molti non condividono il mio pensiero io sono nata buona non posso essere diversa, la sentenza non mi cambia la rabbia e la perdita di mio figlio e credetemi perdere un figlio non è sopportabile. I carnefici mi hanno inflitto un dolore inaudito e solo i miei figli mi danno la forza di continuare a vivere, si a vivere col pensiero che possa ancora dare una mano al loro avvenire. Io e la mia famiglia ringraziamo tutti voi che ci avete seguito e che conoscevate mio figlio vittima innocente ucciso da uno smidollato“.
OMICIDIO DI VINCENZO RUGGIERO, IL RUOLO DI DE TURRIS
De Turris cedette infatti all’ex dipendente civile della Marina militare la pistola calibro 7,65 utilizzata per uccidere l’attivista 25enne. “Questo verdetto sicuramente non mi ridà mio figlio – ha commentato il papà di Vincenzo -. Ma si è esaudito il mio primo desiderio: la giustizia terrena. Ora aspetto la giustizia divina”.