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venerdì, Aprile 19, 2024
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“Quei questionari sui napoletani sono un misto di razzismo e ignoranza”

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DI qua dalla Manica, tutti uniti contro i questionari razzisti. Infatti sono arrivate le scuse sui moduli che separano studenti del nord Italia e del sud. E sì che l’ambasciatore italiano a Londra, Pasquale Terracciano, napoletano, aveva difeso questi ultimi con energica ironia: “Ci ho messo un po’ di passione personale – spiega il diplomatico – ma la vicenda è conclusa. Risaliva a 10 anni fa, non era legata alla Brexit come poteva sembrare, per questo ho reagito immediatamente in maniera decorosa anche su indicazione del ministro Gentiloni, perché in un clima così bisogna mostrare di essere sempre attenti, vigili e pronti contro quanto possa apparire una discriminazione. Nel caso specifico questo era un comportamento da Ellis Island di fine Ottocento”. Continua Terracciano: “Una classificazione ignorante, che partiva da eventuali difficoltà linguistiche di bambini: volevano sapere se parlavano in dialetto napoletano o siciliano o in italiano. Senza sapere che oggi il 57 per cento degli italiani che arriva qui in Inghilterra ha “almeno” una laurea. Quindi chi ha stampato i moduli non ha dimostrato una grande conoscenza dell’Italia, con mentalità insulare ha valutato la situazione di altri paesi europei commettendo un errore marchiano scoperto solo in questi giorni perché dopo la Brexit la gente sta più attenta. Mi ha chiamato anche Alan Duncan, ministro di Stato agli Esteri e al Commonwealth che è vissuto a Napoli negli anni ’70 quando suo padre lavorava alla Nato: si è scusato per l’imperdonabile errore, non dovuto al Governo centrale, ma a pochi distretti scolastici isolati, del Galles e di Bradford”.

A caldo era arrivato lo sdegno del sindaco Luigi de Magistris: “Ho provato vergogna per loro. Non si può disconoscere l’immane cultura e la millenaria storia dell’umanità della Magna Grecia”. Ma la levata di scudi non è stata solo italica. Philip Sand insegna alla Federico II e vive a Napoli: “Un misto di razzismo e ignoranza. In questo momento in patria abbiamo un problema di comprensione grave: anche le famiglie sono spaccate dalla Brexit. Ho 4 sorelle, due sono a favore, due contro. Ma non ha alcun senso spaccare in due anche l’Italia. Non credo affatto che gli inglesi pensino male di Napoli. Il turismo inglese sta riscoprendo Napoli proprio attraverso gli aspetti culturali e il giudizio unanime è positivo. Questa notizia mi sembra anacronistica, out of time. Le uscite del primo ministro Theresa May non passano in Parlamento. Alla mia prima lezione agli studenti dell’ultimo anno della Federico II ho parlato della Brexit come del contrario del concetto dell’Erasmus, sulla libertà di movimento in Europa: l’idea del futuro è questa, non l’altra. Spero davvero che non si tratti di razzismo”.

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FONTE: REPUBBLICA NAPOLI

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