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GIUGLIANO, Sequestro lampo per un bambino

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Sequestro lampo per un bambino di undici anni ieri pomeriggio a Giugliano. I banditi l’hanno preso sul pianerottolo di casa e rilasciato circa un’ora dopo nel centro della cittadina, in via Aniello Palumbo dinanzi al centro commerciale “Borgo Meridiano”. Un rapimento anomalo e per certi versi inspiegabile su cui i carabinieri della compagnia, diretti dal capitano Gianluca Trombetti e dal tenete Orazio Ianniello, stanno cercando di far luce.
Erano da poco passate le 14,30. e il ragazzino che chiameremo Vincenzo era a casa con la madre e la sorella maggiore. La famiglia abita al terzo piano di uno stabile alla periferia tra Giugliano, Mugnano e Melito. Ha aperto la porta per passare dalla sua abitazione a quella del nonno che si trova sullo stesso pianerottolo. Appena è uscito, dalla parte posteriore dell’ascensore, sono spuntati due giovani col capo coperto da un cappello ed il viso nascosto da una sciarpa che, pistole in pugno, gli hanno ordinato di non muoversi e di non fiatare. Quindi l’hanno incappucciato, si sono infilati con lui nell’ascensore e sono usciti dal palazzo. Lo hanno quindi fatto salire in un’auto. probabilmente una Fiat Tipo tre porte. Hanno fatto un largo giro per confondere le idee al piccolo ostaggio e dopo un’ora si sono fermati al centro di Giugliano. Qui, dopo essersi impossessati del cellulare e della collanina di Vincenzo, lo hanno fatto scendere dicendogli: «Adesso sappiamo dove abiti!».
Il bambino è stato notato da un parente, fermo sul marciapiede e in stato di choc. L’uomo gli si è avvicinato e lui gli ha raccontato, tra le lacrime cosa era successo. Intanto a casa, la madre, insospettita dalla sua assenza aveva cominciato a cercalo all’interno del palazzo, dove abitano diversi componenti dello stesso gruppo familiare.
Il sequestro suscita perplessità negli stessi investigatori che non riescono a spiegarsene il motivo. Una delle ipotesi è che i due rapitori possano essere dei balordi introdotti all’interno del palazzo con l’intenzione di mettere a segno una rapina e, invece, colti di sorpresa dal ragazzo comparso all’improvviso sul pianerottolo, costringendoli a cambiare i loro piani.
Nell’ultimo periodo nella zona sarebbero state messe a segno diverse rapine in appartamenti con questa tecnica e poco prima del sequestro qualcuno aveva bussato ad un appartamento del medesimo stabile, dove abita una zia di Vincenzo, che però non aveva aperto non vedendo nessuno dallo spioncino. Gli investigatori non escludono, però, altre ipotesi, compresa quella di un atto intimidatorio ai danni del padre o del nonno del ragazzino, entrambi imprenditori edili. È strano, infatti, che i rapitori abbiano deciso di fuggire, anziché verso le vicine campagne, verso il centro della città.
Ci sono, poi, alcuni episodi – una serie di rapine e furti subiti da diversi familiari del bambino, fino ad un tentativo di furto avvenuto martedì scorso e che ora sono al vaglio degli investigatori.


ANTONIO POZIELLO – Il Mattino 11 ottobre 2002

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