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giovedì, Marzo 28, 2024
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“Nessuna aggressione ai medici del 118, stanno mentendo”, la famiglia Murolo di Scampia respinge le accuse

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Non c’è stata alcuna aggressione, i sanitari del 118 stanno provando a coprire la verità“. E’ tanta la rabbia della famiglia Murolo, residente a Scampia e costretta, all’indomani di una dolorosa perdita, a difendersi da pesanti accuse. Questa mattina, l’associazione “Nessuno tocchi Ippocrate” ha diffuso una nota in cui ha denunciato una presunta aggressione subita dai medici del 118 chiamati in un intervento presso le vele di Scampia. Secondo il racconto dei sanitari, il mezzo di soccorso e il personale medico sarebbe stato aggredito fin dall’arrivo  nel cortile adiacente la palazzina. Una volta raggiunto il decimo piano a piedi – si legge ancora nel racconto fornito dai sanitari – avrebbero trovato l’uomo privo di vita. Dichiarato il decesso, i medici hanno raccontato di essere stati aggrediti da “una cinquantina di persone presenti” che sarebbero arrivati a colpire uno degli operanti. “Sotto minaccia – si legge ancora nella nota – il personale ha dovuto comunque trasportare il paziente, già rinvenuto senza vita, al Cardarelli seguiti da una orda di persone“.

La versione della famiglia Murolo

Una ricostruzione, questa, che la famiglia di Francesco Murolo, il 63enne deceduto in seguito ad un improvviso malore in casa, respinge fortemente, con tanto di denuncia al commissariato di polizia di Scampia.

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Non abbiamo mai aggredito i sanitari – ha dichiarato Carmine Maimone, genero del 63enne – i medici stanno tentando di cautelarsi per la loro inefficienza”. C’è rabbia nelle parole dell’uomo che, presente ieri sera, ha raccontato la sua versione dei fatti. “Abbiamo chiamato i soccorsi intorno alle 23.30 di ieri sera – ha affermato l’uomo – Mio suocero, che non soffriva di nessuna patologia in particolare, ha avuto un improvviso malore in casa e abbiamo chiamato il 118. Dopo numerosi tentativi, l’ambulanza è arrivata intorno a mezzanotte e un quarto. Il personale sanitario è salito senza defibrillatori e senza barella, nonostante avessimo chiaramente specificato che mio suocero avesse perso conoscenza“.

La famiglia Murolo non ci sta alla ricostruzione fornita sulla pagina Facebook, sono convinti che la nota sia un tentativo di coprire gli errori dei medici. “Nella loro ricostruzione si sono dati la zappa sui piedi – ha continuato Carmine Maimone – Hanno dichiarato di aver trovato mio suocero senza vita, ma non è vero. Giunti in casa hanno trovato un battito lento, ma presente. Non a caso – ha aggiunto – hanno deciso di trasportare il signor Murolo in ospedale. Inoltre, nessuno ha sfiorato i medici nemmeno con un dito. Abbiamo alzato un po’ i toni per chiedere alle persone accorse di spostarsi, ma non c’è stata alcuna aggressione” ha aggiunto.

Il trasporto in ambulanza

Concitate anche le fasi del trasporto verso l’ambulanza. Secondo quanto dichiarato nella nota dei sanitari, infatti, sarebbe partita una aggressione nei loro confronti che si sarebbe conclusa con il ferimento di uno dei medici accorsi sul posto. “Oltre a non aver portato un defibrillatore – ha dichiarato a InterNapoli il genero del 63enne – i soccorritori erano privi di una barella. Abbiamo avvolto mio suocero in un lenzuolo e, in sette, lo abbiamo portato fino all’ambulanza. Infine – ha concluso il signor Maimone – non c’è stato nessun inseguimento fino all’ospedale. C’ero io in macchina e ho seguito il mezzo del 118 fino all’ospedale”.

La salma del 63enne, intanto, è posta sotto sequestro. Saranno le indagini delle forze dell’ordine a chiarire come siano andati i fatti. La famiglia del signor Murolo si dice pronta a portare la testimonianza di decine di persone presenti nella scorsa notte durante le operazioni di soccorso.

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