E’ Antonio Lucci la persona ferita in un agguato avvenuto ieri pomeriggio in via Cupa Santa Cesarea, zona cosiddetta di Mianella, tra Secondigliano e Miano. In passato coinvolto in inchieste criminali sul clan Moccia di Afragola. L’uomo sarebbe stato colpito da un proiettile durante un tentativo di rapina, ma il racconto non convince le forze dell’ordine che si stanno occupando della vicenda. Secondo quanto raccontato dall’uomo, sarebbe stato avvicinato da due persone in sella ad una moto. I due avrebbero esploso un colpo di pistola in seguito al rifiuto della vittima di consegnare il Rolex indossato al polso. Poi la corsa in ospedale a Giugliano. Sul caso sono in corso indagini degli uomini del commissariato di Scampia (diretto da Giovanni Mandato). Il racconto di Lucci è al vaglio degli inquirenti.
Da Secondigliano a Afragola
Lucci, residente nella zona di Cupa Capodichino, ha un passato di trascorsi criminali nel clan Moccia. Nell’inchiesta del 2016 su associazione mafiosa, usura ed estorsione per conto dei Moccia Lucci fu assolto. Contro quelle assoluzioni il pubblico ministero antimafia presentò ricorso ma sbagliando i tempi della notifica. Fatto questo eccepito dai legali di Lucci a cui, in seguito, i giudici della terza sezione della Corte d’Appello di Napoli hanno dato ragione. I giudici infatti dichiararono così l’inammissibilità del ricorso del pubblico ministero facendo diventare definitiva l’assoluzione di Lucci e quella di altri quattro imputati. Indagini in corso per capire se i ‘trascorsi’ dell’uomo possano avere a che fare con l’agguato di ieri sera.
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