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giovedì, Marzo 28, 2024
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Alberghi e ristoranti strapieni ad Ischia, ma manca il personale: molti costretti a chiudere le cucine

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Alberghi, ristoranti e lidi sono strapieni e lo resteranno per tutta l’estate, ma gli imprenditori del turismo non riescono ancora a dormire sonni tranquilli. L’incubo dell’estate, a Ischia, è rappresentato dalla carenza di personale e dal crollo delle risposte alle offerte di lavoro.

Uno tsunami di turisti si riversa ad Ischia

L’eccezionale tsunami dei flussi vacanzieri, atteso e auspicato dopo i due anni della pandemia, si sta riversando su un’isola che fa un’enorme fatica a gestire le sue ondate. Con un meno 30% di addetti negli hotel – soprattutto fra il personale di sala – e addirittura una riduzione del 40% nei ristoranti e nei bar, le conseguenze dell’ultima emergenza si notano ad occhio. Un’emergenza che fa sentire i suoi effetti in tutta Italia, legata secondo molti alla preferenza dei lavoratori precari per il Reddito di cittadinanza.

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Alberghi, bar e ristoranti in difficoltà: manca il personale

Con l’unica eccezione degli hotel a 5 stelle e gli extralusso, che restano ben presidiati in ragione di contratti di lavoro stabili e personale fidelizzato, in tutti gli alberghi è stata ridotta quantità e qualità dei servizi. Mentre bar e ristoranti, già nel pieno della stagione lavorativa si vedono costretti a mantenere le giornate di chiusura settimanale, per evitare di sfiancare il personale. E non solo. Sono sempre più numerosi gli hotel che chiudono definitivamente le cucine, seguendo l’esempio di Villa Carolina, Punta Imperatore, Bagattella. Altri riducono i servizi: niente lavanderia, niente pulizia della camera due volte al giorno, e così via. Per la prima volta è stata introdotta la prenotazione “lunga”: in questo periodo le camere vengono affittate per non meno di 4 notti, ad agosto per minimo una settimana.

I rimedi di Confesercenti

I rimedi? Confesercenti annuncia il ricorso a un’agenzia di lavoro interinale che fornisca personale a rotazione alle piccole e medie imprese del turismo. C’è chi è tornato a reclutare lavoratori sulla terraferma, offrendo vitto e alloggio oltre allo stipendio. E perfino chi ha risolto il problema affidandosi ai buoni uffici di un prete. La mancata risposta agli annunci di lavoro riguarda soprattutto le qualifiche medio basse. Mancano camerieri di sala e ai piani, aiuti chef e lavapiatti, facchini, massaggiatori delle terme e bagnini sui lidi, banconisti nei bar. Il risultato? Lunghe attese ai tavolini per l’aperitivo o il caffè, malumori tra i clienti e tanto caos.

I titolari di alberghi e ristoranti danno la colpa al reddito di cittadinanza

Come nel resto d’Italia, in tanti – fra gli imprenditori del settore turistico – se la prendono con il meccanismo del reddito di cittadinanza. “La situazione è catastrofica soprattutto in ristoranti e bar e non solo a Ischia“, dice Marco Bottiglieri dell’esecutivo provinciale di Confesercenti, che annuncia per il fine settimana un vertice a Napoli con i responsabili di una società specializzata in lavoro interinale: “Intendiamo assicurarci un certo numero di lavoratori che verranno impiegati nelle strutture ischitane a turnazione“. Cercare manodopera in terraferma sembra essere l’imperativo.

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