Dimentichiamoci l’espresso a prezzi modici, da novembre aumenta il prezzo del caffè. È un rito tradizionalmente italiano quello della colazione accompagnata da un ristretto, così come quello della tazzina ‘bevuta al volo’ tra una commissione e l’altra.
A Napoli, dove la pausa caffè è sacra, siamo abituati a pagarlo quasi ovunque meno di un euro. Purtroppo, con l’aumento del prezzo della miscela, il costo di un espresso lieviterà sensibilimnete, toccando quote mai raggiunte. Tanti, fra piccoli e medi torrefattori, si trovano costretti a ritoccare all’insù, di circa il 7%, il valore delle miscele che vendono a bar e ristoranti.
Secondo gli analisti di Fitch Solutions e di Intesa Sanpaolo, la filiera del caffè globale è in piena fibrillazione: un anno fa il chicco verde costava un dollaro per libbra oggi ne vale il doppio. “Alla Fiera di Anuga non si è parlato d’altro – racconta Nicoletta Trucco di Excelsior caffè, storico brand di Cuneo – i prezzi della filiera, dalla materia prima alla logistica, sono diventati insostenibili. I baristi, se vogliono servire prodotti di qualità, non potranno far altro che adeguarsi. Il caffè non è più un prodotto low cost”.
Aumenta il costo del caffè
Il caffè, soprattutto negli ultmi decenni, ha subito un vero e proprio boom. Considerato un bene di consumo globale, l’industria del ‘chicco verde’ fattura più di 400 miliardi l’anno, con la produzione che è quasi raddoppiata negli ultimi 10 anni. Solo in Italia beviamo ogni anno circa 6 miliardi di tazzine.
Ad ogni modo, giganti del settore come Starbucks, hanno già rassicurato i consumatori: non aumenteranno i prezzi. L’arcano è però presto svelato: i big possono permettersi di anticipare gli acquisti. Quindi oggi pagano gli ordini di 12 mesi fa, al prezzo di 12 mesi fa. Per le medie torrefazioni italiane, invece, non funziona così.