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giovedì, Aprile 25, 2024
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Ripulivano i soldi della camorra producendo film con un falso sponsor

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L’indagine dell’Antimafia di Roma ha fatto emerge che Sergio Gallo, dipendente minore della Femar Vini srl, insieme a Daniele Muscariello, presunta mente di una operazione di riciclaggio in favore del clan D’Amico-Mazzarella, avrebbe svolto un ruolo da finto sponsor della commedia All’alba perderò. Come riporta il Corriere della Sera tutti gli attori coinvolti erano all’oscuro del sistema.

Secondo gli esperti del Nucleo economico finanziario della Finanza, Muscariello investiva il denaro sporco in una produzione, valorizzando lo sponsor, un vino dei Castelli bevuto dal cast. Ora i giudici del Tribunale del Riesame, pur accantonando l’accusa di associazione mafiosa nei confronti di Gallo, confermavano il carcere ribadendone la pericolosità. Nuove intercettazioni emerse assieme alle motivazioni dei giudici, attribuiscono ai protagonisti di questa storia una certa consapevolezza del ruolo giocato. Intercettato, uno dei sodali avvisa Muscariello: “Stanno indagando e dobbiamo stare attenti al fatto delle società… se no prendiamo riciclaggio“.

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MUSCARIELLO AL VERTICE

Se Gallo è solo l’ultimo anello di una catena formalmente strutturata, Muscariello è al vertice che si circonda di giovani promettenti come Elvis Demce, l’albanese affamato di gloria criminale e con lui prudenzialmente stabilisce le regole della comunicazione: “Poi per impicci e malavita abbiamo apposto questi tel che sono la nostra salvezza“, dice riferendosi al canale di comunicazione criptato Sky Ecc.

Demce e Muscariello pianificano il proprio futuro tra droga e operazioni di riciclaggio di denaro. Questo racconto il collaboratore dei pm Cascini e Minisci, Umberto D’Amico, che riscostruisce gli incontri fra gli emissari del clan di San Giovanni a Teduccio e i colletti bianchi romani.

IL MODUS OPERANDI

Il modus operandi — ricostruiscono i giudici — era quello di ritirare denaro in contanti da Salvatore Varlese e Giovanni Sanges, indagati,  e talora dai coindagati Catello Pontone e Michele Olivieri, appartenenti rispettivamente all’Arma dei carabinieri e alla polizia di Stato, e di consegnare i soldi prelevati alla Femar nelle mani di Sergio Gallo“. Da qui una serie di trasferimenti che avevano l’obiettivo di ripulire le somme: nel caso del film era di 1 milione 200 mila euro.

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