Tre anni di dibattimento e accuse che sembravano granitiche. Tutto cancellato dalla sentenza uscita poco fa che ha assolto il boss Marco De Micco e quattro presunti esponenti della mala di Ponticelli dall’accusa di omicidio di Carmine D’Onofrio, il giovane figlio illegittimo del capoclan Giuseppe De Luca Bossa ucciso, secondo la tesi accusatoria, per vendicare la bomba che lo stesso avrebbe piazzato sotto l’abitazione del boss dei ‘Bodo’.
Accuse cancellate con la sentenza di assoluzione per De Micco, difeso da Stefano Sorrentino e Saverio Senese, Ciro Ricci junior difeso dall’avvocato Mauro Zollo, Giovanni Palumbo sempre difeso da Stefano Sorrentino, Ferdinando Viscovo e Giuseppe Russo. Una sentenza che segue di pochi giorni gli accertamenti forniti in aula durante il dibattimento dal tandem composto dai legali Sorrentino e Senese che hanno fornito prove atte a scardinare il presunto movente del delitto.
Gli accertamenti gps disposti dalla difesa sul dispositivo mobile di D’Onofrio avrebbero rivelato che la vittima nel momento dell’esplosione dell’ordigno non poteva trovarsi in via Piscettaro, residenza del boss De Micco. Come evidenziato dall’avvocato Sorrentino D’Onofrio si sarebbe trovato a circa due chilometri di distanza dal luogo dello scoppio e a confermarlo sarebbero anche alcuni sms che il giovane si sarebbe scambiato con la fidanzata che si trovava a duecento metri di distanza dal luogo dello scoppio, all’epoca era incinta di otto mesi e dunque, come sottolineato dal penalista D’Onofrio non l’avrebbe certamente messa in pericolo.
Inoltre lo stesso legale ha evidenziato come alcune intercettazioni non darebbero affatto la certezza del coinvolgimento di D’Onofrio nello scoppio dell’ordigno e dunque del conseguente piano di vendetta del boss, movente dunque al momento appeso ad un filo. Eppure a tirare in ballo i ‘Bodo’ era stato il pentito Antonio Pipolo che in uno dei suoi primi verbali ha dichiarato:“Facevamo delle stese contro i De Luca Bossa e ci facevamo vedere attività nel quartiere. Poi Carmine D’Onofrio mise la bomba a casa di Marco De Micco. Dopo ci fu un summit al quale parteciparono anche i Mazzarella“.
In un’intercettazione, captata il 3 ottobre del 2021, sarebbe emersa la furiosa reazione di De Micco il quale impose ai suoi fedelissimi di aggredire e sparare contro un qualsiasi elemento dei De Luca Bossa. Proprio il figlio illegittimo di un ras nemico, D’Onofrio, sarebbe stato colui che avrebbe lanciato la bomba all’interno della casa di De Micco: “A chi è, è! basta che alla fine ci andiamo a buttare addosso!… hai capito?… il figlio mi ha messo una bomba a me!”.