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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Prima le minacce al ras poi la fuga, Casaburi ricercato in tutta Secondigliano [Video]

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E’ una storia di vecchie ruggini, recriminazioni e di vendetta. Quella che da settimane sta andando in scena sull’asse Berlingieri-Perrone e che vede ‘protagonista’ Gennaro Casaburi, il ras di via del Cassano scampato miracolosamente alla morte in un agguato nel dicembre 2020. Quel raid portò all’arresto di Vincenzo Maione, ras emergente del Perrone, e di altre tre persone (Orlando Di Maio, Massimo Molino e Giovanni Mancini). Un raid violento causato da un semplice rimprovero che Casaburi aveva rivolto a Maione e Di Maio. I due il giorno prima fermati da due agenti mentre avevano forato una ruota. All’invito dei poliziotti di qualificarsi i due avevano iniziato a insultarli: Casaburi, assistendo alla scena, aveva cercato di sedare gli animi rimproverando poi Maione e Di Maio del loro comportamento che avrebbe potuto nuocere agli affari criminali nel quartiere. Da lì la vendetta poi dei giovani del Perrone fino alla sparatoria che portò al ferimento di Casaburi. Raid che lo stesso non deve aver dimenticato visto che da allora, secondo le informative delle forze dell’ordine, avrebbe iniziato a proferire minacce ai familiari di Maione, l’ultima delle quali la scorsa notte culminata con il ferimento di un uomo nei pressi di piazza Di Vittorio (leggi qui l’articolo). In un video immortalata la notte di paura e terrore vissuta dagli abitanti del Perrone.

Il video con le minacce di Casaburi

Nei frame si vede Casaburi rivolgere minacce sotto l’abitazione di Maione, offese che poco dopo matureranno nel ferimento di un uomo ferito con dei cocci di bottiglia. I familiari di Maione presenteranno poche ore dopo formale denuncia presso il commissariato di Secondigliano (guidato dal vice questore aggiunto Raffaele Esposito) con gli uomini della squadra investigativa che si metteranno subito sulle tracce di Casaburi. L’uomo al momento è irreperibile e, secondo le prime informazioni trapelate, sarebbe anche armato. La rissa della scorsa notte non sarebbe comunque il primo episodio di intemperanze di Casaburi. Lo scorso 5 dicembre infatti, in una delle sue ‘sortite’, Casaburi avrebbe anche sequestrato sotto minaccia delle persone in un noto bar della zona. Tutto però sarebbe riconducibile al processo che ha portato alla condanna di Maione anche se in quell’occasione il gip escluse l’imputazione di tentato omicidio (leggi l’articolo). Da allora le tensioni tra le due controparti sarebbero aumentate a dismisura fino alle minacce della scorsa notte, zenit dello stato di ‘turbolenza’ che si registra nel quartiere.

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Il racconto di Casaburi: l’articolo precedente

Dopo i rimproveri di Casaburi a Maione e Di Maio la ‘vendetta’ dei due non si era fatta attendere come confermato dalle sommarie informazioni rilasciate poi in ospedale dallo stesso Casaburi dopo essere stato sparato. Casaburi in pratica fu attirato in una trappola tesagli da Giovanni Mancini, alias muoll muoll, figlio di Bruno ucciso in un agguato qualche anno fa. Mancini con la scusa di andare a bere qualcosa insieme lo avrebbe invece condotto da Maione e dai suoi. «Durante il tragitto Mancini si è subito preoccupato di contattare telefonicamente Di Maio e Maione ai quali ha immediatamente comunicato di esser in mia compagnia. Terminata la conversazione telefonica mi ha detto che a breve ci saremmo incontrati con loro in mezzo alla piazzetta del Rione Berlingieri per bere qualcosa insieme cosa che succedeva alle ore 23,30 Infatti mentre io e Mancini eravamo fermi in via Monte Faito nei pressi della farmacia venivamo raggiunti a piedi da Maione, Di Maio e Massimo Molino. I tre si sono poi seduti dietro mentre Mancini era accanto a me lato passeggero».

Così maturò l’agguato al rione Berlingieri

Il racconto di Casaburi prosegue: «Parcheggiata l’autovettura siamo scesi tutti e cinque dalla macchina ed abbiamo cominciato a discutere del diverbio avuto precedentemente con gli agenti di polizia. In particolare ho rimproverato a Maione che certi comportamenti come quelli assunti nei confronti degli operatori della volante non erano accettabili perchè avrebbero creato problemi a tutti noi ed al quartiere ostacolando il proseguimento dei nostri affari illeciti. In tale circostanza sono stato immediatamente aggredito da tutti e quattro i soggetti prima offendendomi verbalmente e successivamente mi hanno aggredito fisicamente. Ricordo di essere stato colpito più volte al volto con pugni e dopo essere caduto a terra venivo sempre colpito con dei calci al volto da tutti i soggetti. Nonostante fossi riverso al suolo nessuno dei miei aggressori ha desistito ma anzi incitandosi a vicenda hanno continuato a sferrarmi calci e pugni al volto e al resto del corpo Ricordo che Mancini, Molino, Maione e Di Maio mentre continuavano a percuotermi esclamavano frasi del tipo sei un bastardo sei un pezzo di merda devi morire infame». Da lì poi gli spari con Casaburi portato in codice rosso in ospedale.

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