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lunedì, Maggio 6, 2024
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Catturato il ras del clan Polverino, il latitante ‘tradito’ dal cuore

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A poco meno di 24 ore i Carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, coordinati dal maggiore Andrea Coratza, si ripetono e scovano l’ennesimo latitante. Siamo a Castel Volturno e i fatti ricordano avvenimenti e vicende sanitarie “siciliane”. Il latitante è il 47enne Luigi Carandente Tartaglia. L’uomo è ritenuto esponente di spicco del clan Orlando – Polverino – Nuvoletta, operante a Marano di Napoli e aree limitrofe e referente sul comune di Quarto.

UNA VILLA BUNKER CON LE BOTOLE

I Carabinieri di Castello di Cisterna – coordinati dalla DDA Partenopea – sono sulle sue tracce da marzo del 2022, giorno in cui è stato emesso nei suoi confronti un mandato di cattura per una condanna complessiva di 14 anni e 3 mesi di reclusione per associazione mafiosa. Le ricerche avevano portato in una zona collinare tra Marano e Quarto. Una villa immersa nel verde con diverse botole che consentivano di nascondersi all’occorrenza ma anche la sauna per i momenti di relax.

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L’uomo però non era stato trovato e l’ultimo tentativo di catturarlo risale allo scorso 5 agosto quando, durante un inseguimento, Carandente Tartaglia fuggì dopo aver speronato e ferito un equipaggio dei Carabinieri del Nucleo Investigativo che a bordo di uno scooter dell’Arma lo aveva individuato e aveva tentato di fermarlo.

PROBLEMI CARDIACI

Le indagini per trovarlo, però, non sono mai cessate e i Carabinieri erano a conoscenza delle abitudini del latitante, anche delle sue necessità sanitarie. L’uomo, infatti, aveva problemi cardiaci e i militari da tempo monitoravano gli archivi informatici del sistema sanitario nazionale. L’”alert” qualche giorno fa quando è emerso un intervento al cuore nell’ospedale Pineta Grande di Castelvolturno. I Carabinieri hanno fatto accesso nell’ospedale e sul lettino, dopo l’intervento, hanno trovato il latitante.
Il 47enne si era fatto ricoverare fornendo un nome e un documento falso. La sua situazione sanitaria è monitorata costantemente. L’arrestato, infatti, è piantonato in ospedale. L’uomo è difeso dall’avvocato Luca Gili.

L’ARRESTO DEL BOSS CACCIAPUOTI

Una caccia all’uomo durata mesi, conclusa poche ore fa in una sontuosa villa con piscina. Siamo a pochi passi dal litorale di Giugliano in Campania, nella frazione di Varcaturo.
E’ lì che i carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna hanno arrestato Luigi Cacciapuoti, 64enne a capo del clan che porta il suo cognome, operante nel comune di Villaricca.
Un fantasma dallo scorso febbraio, Cacciapuoti dovrà scontare 15 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso.

I militari lo hanno cercato a lungo, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia napoletana. Grazie a indagini tradizionali e tecniche, al monitoraggio dei social e dei movimenti finanziari sono riusciti a circoscrivere l’area dove il 64enne era verosimilmente nascosto.
Varcaturo: ma il luogo preciso rimaneva ancora poco chiaro.
Così hanno battuto ogni possibile pista, setacciando palmo a palmo tutta l’area.
Questo fino al giorno in cui un cagnolino e il fiuto degli investigatori hanno suggerito il suo nascondiglio.

Un cane bianco, un barboncino fedele amico di una donna che incontrava Cacciapuoti.
Era affacciato ad una finestra semichiusa di una grossa villa.
Un animale come tanti altri che, però, ha suscitato negli investigatori il sospetto che quello chalet fosse proprio il rifugio del latitante.

Così hanno pianificato il blitz e analizzato ogni possibile via di fuga.
Studiando anche l’impianto fognario comunale che correva nel sottosuolo. Nulla è stato lasciato al caso.
Poi l’ingresso, in forze. Tutte le uscite sono state bloccate, circondata la villa.

Cacciapuoti se n’è accorto quando i carabinieri erano ormai ad un passo da lui, sdraiato a bordo piscina mentre sfogliava un quotidiano. Giornale aperto su una pagina di cronaca della camorra di Ponticelli.
Non ha opposto resistenza e le manette sono scattate ai suoi polsi.
La villa è stata sequestrata e così i documenti di identità che il 64enne portava con sé: la sua foto ma i dati di un’altra persona.
L’uomo è ora è nel carcere di Secondigliano.
Arrestata anche la donna in sua compagnia per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena, aggravato dalle modalità mafiose. E’ stata portata nel carcere di Pozzuoli

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