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Riciclaggio per il clan, colpo di scena per il figlio del boss Pagano e per il rapper

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Per la Procura avrebbero investito i soldi del clan in un’agenzia di scommesse. Accuse che non hanno retto alla prova del Riesame e cosi quest’ultimo (X sezione) ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare eseguita qualche settimana fa a carico di Angelo Pagano (difeso dall’avvocato Domenico Dello Iacono), figlio del boss Cesare Pagano, e Vincenzo Vallifuoco (difeso dall’avvocato Vincenzo D’Anna). I due penalisti hanno letteralmente smontato le accuse avanzate a carico dei due rampolli in primis dal collaboratore di giustizia Salvatore Roselli ‘frizione’ evidenziando il carattere generico delle sue accuse.

Il rapper e la società della sala slot

Vallifuoco è noto per aver intrapreso la carriera musicale, infatti ha lanciato diverse canzoni stile rap.  Purtroppo non è finito sui giornali per la sua musica (The Reale Gamber la sua pagina su youtube) ma per la vicenda di cronaca che lo ha visto indagato e recluso ai domiciliari con l’accusa di rimpiego di capitali illeciti. Secondo le indagini Vallifuoco, titolare di una società ma di fatto di Angelo Pagano, figlio del boss Cesare Pagano, avrebbe rilevato una ditta che aveva in gestione una sala slot situata a Melito sulla via Circumvallazione.

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L’operazione commerciale però risulta essere poco fruttuosa dal punto di vista economico tant’è che Angelo Pagano, non essendo riuscito a guadagnarci, decide di abbandonarla senza pagare i canoni dovuti, dopo aver cercato di venderla per 90 mila/100 mila euro. L’operazione era scattata lo scorso dicembre e aveva inferto un duro colpo al restante nucleo della famiglia degli Amato-Pagano.

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