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“Con la zia Patrizia il problema va risolto piano piano”, la rabbia del clan Sequino dopo la ‘trappola’ dei Vastarella

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L’agguato di vico Nocelle (uccisi Salvatore Esposito boss del Cavone e Ciro Marfè dei Sequino) scatenó la reazione dei boss di via Santa Maria Antesaecula. Il malcontento contro i Vastarella (accusati di aver organizzato l’agguato) è espresso in un’intercettazione in carcere tra Nicola Sequino e suo figlio Giovanni detto ‘Gianni Gianni’: “Mi devi stare a sentire. Mi devi morire tu con un tumore a papà. Perché io lo so che tu lo volevi bene a Ciro (Ciro Marfè, ndr). Perché si vede, perché … (incomprensibile, ndr)…tu ti fidi di me?; Gianni (annuisce con il capo, ndr); Nicola: ?E non ti preoccupare!! Con la zia Patrizia (il boss Patrizio Vastarella, ndr) è un problema che va risolto. Piano, piano” .

Il padre spiegava al figlio che Patrizio Vastarella era complice dell’agguato e che il summit che avrebbe dovuto dirimere i contrasti tra Esposito e Ugo Ferrigno, ras di piazza Mazzini, era stato usato dal boss delle Fontanelle per tendere un agguato ai rivali.

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