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Droga e telefonini nel carcere di Secondigliano, chiesto un secolo di carcere per i ras della Vanella

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Un secolo di carcere. Queste le richieste avanzate ieri mattina per i ras della Vanella Grassi che secondo la Procura avrebbero organizzato una piazza di spaccio all’interno del carcere di Secondigliano. Gli arresti erano scattati lo scorso novembre quando gli uomini della squadra mobile arrestarono 12 persone che avrebbero introdotto nel carcere napoletano decine di microtelefoni, smartphone e innumerevoli dosi di hashish, marijuana e cocaina.

Ricostruito anche il tariffario per la prestazione offerta ai detenuti: 300 euro per un cellulare senza connessione dati, 1.300 euro per un dispositivo di ultima generazione. I carichi venivano introdotti nel carcere di Secondigliano grazie ad alcuni droni che l’organizzazione aveva modificato in modo tale da aggirare i nuovi dispositivi anti-intrusione installati nel penitenziario.

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A capo del gruppo c’era Nico Grimaldi, per lui chiesti 20 anni, con l’aiuto della madre Rita Pitirollo e Addolorata De Falco, sua moglie. Per le due donne sono stati chiesti dal pubblico ministero rispettivamente 20 e 19 anni. Riguardo le altre richieste spiccano i 13 anni chiesti per Antonio Salvati, 12 anni per Ciro Petrozzi che aveva il compito di custodire i droni a Scampia mentre il pilota dei velivoli era Nicola Vellucci, per lui chiesti 12 anni.

Chiesti 2 anni e 8 mesi per Giuseppe Effuso che, per la Procura, procurava i telefonini da vendere ai detenuti. Infine chiesti 13 anni per Anna Cataldo e 10 per Gaetano Grimaldi. Secondo le accuse i membri del gruppo facevano partire 4-5 voli di droni al giorno, ognuno veniva pagato 700 euro, almeno una volta a settimana. Questo è il business per i piloti dei dispositivi volatili con i quali la droga e i cellulari arrivavano nel carcere di Secondigliano.

“Riuscivano a far entrare i telefonini e la droga grazie a droni potenziati per farli volare più in alto e scendere poi con una lenza da pesca per scendere nel cortile del carcere“, ha ricostruito il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri. Spetterà adesso al collegio difensivo (composto tra gli altri dagli avvocati Rocco Maria Spina, Domenico Dello Iacono e Salvatore D’Antonio) provare a limitare i danni per i loro assistiti.

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