13.9 C
Napoli
martedì, Aprile 23, 2024
PUBBLICITÀ

“Non ho paura, con la danza combatto la violenza”. Parla Emanuele, il 16enne di Scampia picchiato dal branco

PUBBLICITÀ

”Io non ho paura, non bisogna averla. Anzi, bisogna denunciare e tutti coloro che hanno subito violenze come me devono unirsi per combattere questo stato di cose”. È deciso a guardare avanti Emanuele A. il ragazzo di 16 anni aggredito venerdì pomeriggio da due coetanei in sella ad uno scooter nei pressi dell’università di Scampia ora in costruzione. L’adolescente, residente nel rione Monterosa a Scampia, frequentante il terzo anno del liceo artistico e ballerino, ha riportato un trauma facciale e gli sono stati applicati quattro punti di sutura allo zigomo a causa dei colpi subiti. Tutto questo, per sottrargli il cellulare e dei contanti (che non aveva). Quando Emanuele ha chiesto perché di  tanta violenza, i suoi aggressori per dispetto gli hanno sottratto anche la cartella di scuola. ‘‘Questi ragazzi – aggiunge Emanuele che mostra una maturità non indifferente – non fanno differenza su chi prendere di mira, basta che ottengono quello che vogliono. Sembrano i padroni del mondo. Bisogna denunciare, fare manifestazioni e pubbliche iniziative. Solo così si può comprendere cosa vuol dire subire un pestaggio”.

 

Ma qualche ripercussione c’è eccome ed Emanuele svela anche un retroscena appartenente al suo passato. ”Ora, quando vedo un motorino passare o un camion con persone ho sempre la sensazione che vogliano avvicinarsi a me o alla mia famiglia per cattive intenzioni. Da piccolo ho subito atti di bullismo ed ho sofferto. Ma grazie alla danza, ho acquisito sicurezza e coraggio. Loro sono la mia seconda famiglia e mi stanno aiutando. Ma non è facile”. Il 16enne è già tornato a scuola, ma ‘‘oggi, non ce l’ho fatta perché devo ancora riprendermi del tutto”. Lina Grimaldi, la mamma di Emanuele, è dispiaciuta ma guarda avanti. Insieme al marito Antonio, attivista del centro culturale Gridas sorto oltre trent’anni fa proprio al rione Monterosa, hanno sempre impartito una educazione ai propri tre figli votata al rispetto degli altri. ”Se mio figlio non ha paura, come posso averla io? Queste cose fanno male, anche se i carabinieri che stanno indagando ci stanno vicini. Ed anche i medici del Cardarelli dove siamo andati dopo che Emanuele ha chiesto aiuto sono stati speciali. Li ringrazio”. Sabato la donna sarà presenta all’evento sportivo organizzato da Maria Luisa Iavarone, la mamma di Arturo, anch’egli vittima di bullismo in via Foria. ”Mi ha chiamata, è stato importante” conclude Lina.

PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Checco e Lucia morti dopo un incidente a Napoli, i familiari: “Vogliamo giustizia”

I familiari di Kekko e Lucia chiedono giustizia per la morte dei due ragazzi avvenuta lo scorso settembre a...

Nella stessa categoria