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giovedì, Aprile 25, 2024
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Evasione fiscale da 150 milioni di euro, 16 arresti tra Napoli e Aversa

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Dalle prime ore di questa mattina, il Nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli sta
dando esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le
Indagini Preliminari, Dott.ssa Anna Laura Alfano, nei confronti di 16 soggetti destinati agli
arresti domiciliari, all’obbligo di dimora nel comune di residenza o all’obbligo di
presentazione alla polizia giudiziaria in quanto ritenuti responsabili di reati associativi
finalizzati alla frode fiscale.

Le attività di indagine, coordinate dalla III Sezione Criminalità Economica della Procura
della Repubblica di Napoli e svolte con la collaborazione della locale Sezione di Polizia
Giudiziaria e dell’Agenzia delle Entrate, hanno permesso di raccogliere gravi indizi di reità
nei confronti di un’organizzazione criminale composta da professionisti e consulenti fiscali
che hanno realizzato condotte seriali di evasione da riscossione attraverso l’indebito
ricorso all’istituto della “compensazione”.

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La condotta fraudolenta emersa dalle indagini consiste nella presentazione di modelli F24
con cui vengono compensati ruoli della riscossione e/o debiti fiscali e contributivi con
crediti tributari inesistenti.
L’indagine è stata avviata nel dicembre 2016 a seguito di un controllo nei confronti di una
società di Napoli che produce apparecchi elettromedicali, la cui amministratrice ha
dichiarato di essersi affidata ad un professionista di Aversa (CE) per risolvere le proprie
pendenze fiscali.

Le indagini conseguentemente disposte dalla locale Procura consentivano alla Guardia di
Finanza di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico di un sodalizio di professionisti
che, avvalendosi anche di un dipendente dell’Agenzia delle Entrate, ha consentito a oltre
500 contribuenti (dei quali circa 400 residenti in Campania) di “azzerare” i propri debiti
tributari utilizzando in compensazione crediti fiscali fittizi.

In molti casi, allo scopo di fornire una parvenza di legittimità ai crediti inesistenti utilizzati in compensazione e di ostacolare i controlli dell’Amministrazione finanziaria, i consulenti
presentavano dichiarazioni fiscali integrative, relative a periodi d’imposta risalenti nel
tempo, indicandovi crediti tributari che i clienti non avevano maturato.

Le compensazioni venivano poi effettuate attraverso modelli F24 che i consulenti
presentavano direttamente in banca oppure attraverso i servizi di internet banking messi a
disposizione dagli intermediari finanziari.
Sfruttando il fatto che i modelli F24 presentati con le suddette modalità sfuggivano ad un
controllo immediato dell’Amministrazione finanziaria (diversamente da quanto accade per i
modelli F24 presentati tramite i canali telematici dell’Agenzia delle Entrate), gli indagati
erano soliti versare un solo centesimo di euro per ogni operazione fraudolenta.

Le indagini hanno permesso di quantificare un’evasione fiscale di oltre 150 milioni di euro
realizzata con l’invio di oltre 5.000 modelli F24 e un illecito profitto ottenuto dagli indagati
di oltre 18 milioni di euro, oggetto di sequestro preventivo.
Agli oltre 500 contribuenti che hanno beneficiato delle indebite compensazioni,
indipendentemente dai profili di responsabilità penale, saranno notificati accertamenti
finalizzati al recupero delle imposte evase.

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