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venerdì, Marzo 29, 2024
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Omicidio nella faida di Ponticelli, si è costituito il presunto killer di Esposito

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Stamattina è riesplosa la cruenta faida a Ponticelli dopo l’omicidio di Carlo Esposito. La vittima è ritenuta vicina al ras De Martino del gruppo degli XX che, ormai da mesi, si contrappone ai De Luca Bossa. Il raid mortale è avvenuto in via Eugenio Montale nel rione Fiat: sul posto sono intervenuti i carabinieri e la polizia.

Al momento gli inquirenti stanno seguendo la pista che porta allo scontro tra i clan di Napoli Est. Una svolta potrebbe esserci stata a poche ore dagli spari: un uomo, che potrebbe essere coinvolto nel duplice omicidio, si è consegnato agli inquirenti della Procura di Napoli. Le indagini sono condotte dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli e della compagnia di Poggioreale, coordinati dal sostituto procuratore Urbano Mozzillo.

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Duplice omicidio a Ponticelli, Antimo ucciso per errore. La moglie: “Non c’entra niente con la camorra”

“Mio marito era lì per riparare una zanzariera, era il suo lavoro. Non c’entra niente con la camorra”. A parlare è la signora Nunzia Lepre, moglie di Antimo Imperatore, operaio incensurato e vittima innocente nel duplice agguato avvenuto stamattina nel rione Fiat in via Montale a Ponticelli. Antimo, detto Robin Hood, padre di due figlie, era un onesto lavoratore.

Come tutte le mattine era andato a lavorare: mai aveva pensato che avrebbe trovato la morte. “Quando mi hanno chiamato per dirmi quello che era successo ho pensato ad uno scherzo – racconta la moglie Nunzia tra le lacrime. “Chiedete in giro chi è la famiglia Imperatore. Non c’entra niente con la camorra”, ribadisce la cugina.  Il cadavere di Antimo è stato ritrovato sull’uscio della porta. Nel quartiere era conosciuto per la sua disponibilità. Effettuava ogni giorno piccoli lavori di ristrutturazione nelle abitazioni.

LA FAIDA A PONTICELLI

Colpo al gruppo di fuoco di Emmanuel De Luca Bossa, fermati 3 giovanissimi

In quattro, tra cui un minore, in sella a potenti scooter, seminarono il panico tra i passanti di viale Margherita a Ponticelli: zona ritenuta sotto l’influenza criminale dei rivali dei De Micco. Dunque c’è anche Emmanuel De Luca Bossa, 23enne figlio del boss, elemento di vertice dell’omonimo clan, recentemente messo in libertà (lo scorso 18 giugno) tra le 4 persone nei confronti delle quali la DDA di Napoli ha emesso un provvedimento di fermo.

Il decreto è stato notificato solo ai maggiorenni del gruppo dai carabinieri: del minore, infatti, al momento non c’è traccia. Il provvedimento è stato emesso nell’ambito delle indagini sulla “stesa” dello scorso 2 luglio che ha scatenato un “fuggi fuggi” generale tra i passanti e solo per fortuna non provocò vittime innocenti.

I nomi degli altri fermati

Gli altri destinatari del decreto di fermo sono Vincenzo Barbato e Giuseppe Damiano, rispettivamente di 23 e 20 anni. Damiano e Barbato, tornati in libertà lo scorso maggio, vennero arrestati, nel settembre 2021, per avere puntato, insieme con altre persone, una mitraglietta Skorpio contro una “pantera” della Polizia. Il minore, anch’egli componente del gruppo, in quell’occasione, riuscì a far perdere le tracce.

Secondo quanto accertato dagli inquirenti, anche quando era ai domiciliari, Emmanuel De Luca Bossa ha impartito direttive agli affiliati, assumendo di fatto un ruolo dirigenziale. Le immagini dei sistemi di videosorveglianza analizzate dagli investigatori hanno registrato le fasi dell’azione di fuoco che si è protratta lungo un percorso di ben 60 metri.

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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