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giovedì, Febbraio 6, 2025
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Frizioni e dissidi nel clan Mallardo per la gestione della ‘cassa’: “Moraca mise le cose apposto”

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Appena tornato in libertà Mauro Moraca riuscì a ricreare un equilibrio nel clan, forte delle direttive impartite da Feliciano Mallardo e Francesco Napolitano, occupandosi in particolar modo di gestire la cassa del clan. E’ quanto emerge dall’ultima inchiesta che ha portato all’arresto di 7 persone. Parlando a telefono con un familiare della sua imminente carcerazione si rammaricò del fatto che avrebbe di sicuro provocato un rallentamento se non addirittura un blocco delle entrate di denaro: “Ora che me ne vado io, si ferma di nuovo la barca”. Moraca, dopo la scarcerazione, avvenuta il 27.09.2019 prese di nuovo le redini in mano della cassa.

I fatti in oggetto fanno riferimento al 2019-2020. In una intercettazione emerge come Moraca, mentre si trovava a casa in compagnia di una familiare, effettuava dei conteggi di denaro e rimproverava la donna di essere poco parsimoniosa e di aver speso troppo denaro, frutto tra l’altro delle attività illecite da lui commesse nel tempo, per le quali l’uomo era stato detenuto ed a causa delle quali probabilmente sarebbe dovuto tornato in carcere.

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Dopo l’arresto di Feliciano Mallardo ci furono attriti nel clan su chi dovesse gestire la cassa del clan. Come ricostruito dagli inquirenti Moraca ebbe un forte screzio con un altro ras, Patrizio Picardi, il quale intendeva mettere in discussione le direttive impartite dai capi clan in relazione alla quantificazione degli stipendi destinati agli affiliati. La lite fu appianata quando Picardi chiese scusa a Moraca, addirittura inginocchiandosi al suo cospetto. Moraca nell’occasione specificò di aver ribadito ai suoi interlocutori la sua intransigenza rispetto a qualsiasi cambiamento delle direttive impartite dai capi storici del clan e, nell’occasione, ricordò di doversi occupare anche del sostentamento degli affiliati detenuti, nonostante si trovasse in serie difficoltà economiche a causa dalla confisca dei suoi beni: «Sentimi un poco, se tu volessi spostare una virgola rispetto a quello che ha lasciato detto FELICE e FRANCUCCIO, dissi, a casa mia non venire mai più!… Non venire mai più! Perchè quello ha rimasto detto FELICE e FRANCUCCIO è che da qua non si muove una virgola! Dissi: “lo ..ine., ai cugini carcerati gli devo mandare i soldi! lo vado fuggendo… mi hanno confiscato tutto! Ma state bene con la testa?!». 

Moraca, dopo la sua scarcerazione, riuscì a gestire la cassa mantenendo gli equilibri nel clan Maliardo, così superando le problematiche che invece in tempi recenti si erano verificate. Infatti nel periodo antecedente in cui c’era stato il vuoto di potere, con tutti i big del clan Mallardo in carcere, era emerso che nel tempo il ruolo di tenutario della cassa -già affidato ai capi storici del clan (Ciccio, Peppe e Felice)- era stato di volta in volta ricoperto da soggetti a ciò demandati, come ad esempio Michele Olimpio e Stefano Cecere. Detto “incarico” era stato purtroppo affidato anche a persone che per incompetenza e negligenza non avevano ottemperato al sostentamento degli affiliati e al pagamento degli avvocati, provocando perciò non pochi dissidi intemi.

A mettere le cose a posto di pensò Moraca. Gli affiliati, parlando del suo imminente arresto (all’epoca della conversazione era in attesa di una sentenza della Corte di Cassazione che avrebbe potuto determinare il suo ritomo in carcere), convenivano riguardo al fatto ciò avrebbe comportato lo sfaldamento degli equilibri che Moraca aveva creato. Quest’ultimo, invero, affermava che fin dalla sua scarcerazione stava provvedendo a mediare le varie richieste e/o lamentele che gli pervenivano da terzi soggetti (evidentemente affiliati e/o commercianti). Infatti in un’intercettazione si evince “ora che te na vai tu (inteso arrestato ndr), si blocca di nuovo tutto!. Arravuogl’ a braciol. Sistema da qua e da qua… Purtroppo tu non tieni un termine che puoi dire “aspetta, tra 3 mesi sto ancora qua! ” Tra 3 mesi sciollà tu non ci stai, si ‘mbiarc n ’ ata vot tutt ’ cos ’ ! (va di nuovo tutto male ndr)”

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiano Il Roma
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