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venerdì, Marzo 29, 2024
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“Tempio in una cava di tufo a Giugliano”: una scoperta sul litorale

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I campi flegrei trasudano storia e mitologia da ogni granello di terra. I miti e gli aneddoti di di epoche lontane si rincorrono tra i pescheti e i filari dei vitigni. Il Litorale Domitio prosegue nel canto di storia, collegato ai Campi Flegrei dagli scavi di Cuma. Ma, si sa, dove la storia affonda le sue radici, spesso crescono le leggende. Sospese tra verità e fantasia, le leggende alimentano la curiosità di studiosi e appassionati. Alle volte, la ricerca delle soluzioni ai misteri che caratterizzano questi luoghi finisce per impreziosire i luoghi stessi. Ad esempio, come ricorda Il Mattino, una storia tra le altre sta coinvolgendo storiologi e archeologi. Parliamo del tempio di Hamae e dei misteri che ancora oggi custodisce.

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Uno scatto del Tempio di Giove, Cuma – Archivio

Il tempio di Hamae a Torre San Severino

Secondo la ricostruzione storica, il tempio di Hamae sarebbe stato teatro di un massacro di soldati – i Campani – perpretato dai romani. Le truppe di Tiberio Sempronio Gracco accorsero in rinforzo dei romani già presenti sul territorio. I Campani, sempre secondo le ricostruzioni degli studiosi, sarebbero stati sorpresi nel sonno, dopo una nottata di festeggiamenti. Da quel punto della storia in poi, si perdono le tracce del monumento dedicato ad Hamae. La sua localizzazione è risultata impossibile. Fino ad oggi. «Alcuni reperti osco-sanniti e poi romani, si troverebbero sul costone di una cava di tufo dismessa nei pressi di torre san Severino nel Comune di Giugliano in Campania. Molto probabile che si tratti proprio del tempio di Hamae descritto da Tito Livio nelle sue cronache». Ad annunciare la svolta delle ricerche è Aniello Pennacchio, presidente dell’associazione volontaria Liternum Comprensorio Archeologico Giugliano.

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Tempio della Tomba di Scipione, Giugliano – Archivio

Un tempio… in una cava di tufo

Il ritrovamento, secondo Pennacchio, sarebbe coerente con la storia dei popoli che hanno abitato i territori dell’odierna Giugliano. «Diversi archeologi e studiosi hanno indicato una certezza: la struttura si trovava nell’arco di tre miglia da Cuma e questa distanza coincide con i quattro chilometri circa di distanza da Torre San Severino. Ed è molto probabile che si trovi in questi luoghi anche per il toponimo della collina detta “Campo degli Osci”». Pennacchio sembra essere sicuro dell’ubicazione del monumento ad Hamae. Ma non solo. E’ la tradizione dei luoghi ad avvalorare la sua tesi. Anticamente, i devoti raggiungevano il tempio per pregare per la buona riuscita del raccolto. Tale rituale si svolge ancora oggi, attraverso la sonata dei “siscarielli” che si tiene sulle rive del Lago Patria. Insomma, è la storia che si lascia scoprire. Un po’ alla volta.

 

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