La Manovra del Governo richiederà “sacrifici da tutti” per rimettere a posto i conti pubblici, come chiede Bruxelles, impone uno sforzo da parte di tutti, dai cittadini alle imprese, grandi e piccole. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti lo annuncia in occasione un’intervista rilasciata a Bloomberg.
Giorgetti non fornisce indicazioni puntuali ma ci tiene a precisare che non sarà “la replica della discussione sugli extraprofitti delle banche”, andata in scena lo scorso anno. Prima di tutto, extraprofitti “è un termine scorretto”. Il ministro Giorgetti chiarisce subito che stavolta “non ci sarà la replica della discussione sugli extraprofitti delle banche” che ci fu l’anno scorso.
Manovra fiscale e gli extraprofitti delle banche
Prima di tutto, extraprofitti “è un termine scorretto”. Si deve parlare di “tassare i giusti profitti, gli utili”, calcolati “in modo corretto”. Irrealistica l’idea di un versamento volontario: “Le aziende non fanno beneficienza, i contributi volontari non esistono”, spiega Giorgetti ricordando “la stella polare”, ovvero l’articolo 53 della Costituzione secondo cui “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”. Dal Mef, poi, spiegano che si chiederà uno sforzo alle imprese più grandi che operano in determinati settori in cui l’utile ha beneficiato di condizioni favorevoli esterne. Sulle modalità del loro contributo è in corso un confronto.
“Niente nuove tasse”
“Niente nuove tasse”, viene comunque messo in chiaro, anche perché qualche fibrillazione arriva da dentro la maggioranza con il portavoce di Fi, Raffaele Nevi, che sostiene con forza: “Forza Italia è sempre stata e rimane contraria ad innalzare la tassazione in Italia”. I settori coinvolti dallo ‘sforzo’? Il tam tam parla di banche, assicurazioni, difesa ed energia. Che infatti soffrono in borsa. Sulla difesa il ministro fa un accenno, portando un esempio, durante l’intervista: “paradossalmente uno potrebbe dire che con tutte queste guerre chi produce armi sta andando particolarmente bene e anche in questo caso c’è una situazione di mercato favorevole”. Ma ‘tutti’ devono contribuire. Le aziende più piccole, ad esempio, sono già interessate al Concordato e “devono accettare l’idea che devono dichiarare di più” rispetto al passato per mettersi in regola, spiega il ministro.
Insiste anche il sottosegretario al Mef Federico Freni. “Non fanno parte del Dna di questo governo, lo abbiamo detto due anni fa e lo ribadiamo, evitiamo boutade”, precisa parlando del percorso di risanamento nel quale l’Italia è impegnata con l’Ue. Ad esempio, la crescita per quest’anno – ribadisce Giorgetti – dovrebbe confermarsi all’1%, “o un risultato molto molto prossimo a quel target”, come da previsioni.

